Per affrontare un campo come quello della fotografia naturalistica bisognerà dotarsi innanzitutto della macchina giusta, che può essere una reflex o una mirrorless veloce.
Veloce significa con un burst rate il più rapido possibile per scatti a raffica molto ravvicinati, uno shutter lag ridottissimo, un autofocus altrettanto rapido, soprattutto nella modalità continua e la capacità di tracciare efficacemente il soggetto anche in condizioni di bassa illuminazione e basso contrasto. La possibilità di poter selezionare direttamente il punto di MAF mediante un comando dedicato è un ulteriore plus da non sottovalutare quando si deve agire velocemente.

Oltre a questo requisito, il corpo dovrebbe essere particolarmente robusto e possibilmente resistente ad umidità, polvere e temperature estreme. Questo tipo di attività richiede infatti un utilizzo piuttosto gravoso della macchina, in quando si deve prevedere di dover scattare in ambienti climaticamente ostili, molto caldi, molto freddi o molto umidi. Indispensabile anche una cospicua riserva di energia, quindi batterie di scorta. Sul fatto di preferire una mirrorless ad una reflex, o viceversa, si rientra in un discorso più ampio già più volte affrontato da Tom's anche recentemente (vedi qui).
Passando agli obiettivi, quando ci si trova a lavorare in spazi molto ampi e con certi animali da cui occorre tenere debita distanza, anche e soprattutto per ragioni di sicurezza, un'ottica da 200 mm può essere considerata alla stregua di un obiettivo normale: di qui la constatazione che un 300 mm è un tele moderato e che un obiettivo per essere veramente utile non può avere una focale inferiore ai 500/600 mm. In questo ci vengono d'aiuto le mirrorless.


Avendo un sensore in genere più piccolo di quello di una reflex full frame, le mirrorless possono utilizzare obiettivi più piccoli e compatti grazie anche ad un tiraggio inferiore dovuto all'assenza dello specchio. Più il sensore sarà ridotto, più i teleobiettivi spinti saranno di dimensioni compatte, tuttavia per non scendere a compromessi con la qualità non si dovrebbe andare sotto al formato APS-C, soprattutto se occorre fotografare alcuni animali in condizioni di penombra o addirittura di notte, a causa del peggioramento qualitativo dovuto al rumore. Ottimi risultati si possono ottenere ad esempio con una Fujifilm dotata di sensore X-Trans CMOS, che ha un rumore intrinseco ed una dinamica (quasi) confrontabile con quella di una reflex full frame, ma può beneficiare della riduzione di dimensioni degli obiettivi dovute al sensore APS-C. Per aumentare ulteriormente il fattore d'ingrandimento, si può ricorrere ad un moltiplicatore di focale (1,4 x o 2 x) che di fatto avvicina il soggetto pur con una leggera penalizzazione della qualità senza ridurre la distanza minima di messa a fuoco.
Se ci si trova a fotografare in ambienti meno vasti e più "controllati", sicuramente si potrà utilizzare un teleobiettivo meno spinto, ma sempre e comunque il più luminoso che le vostre finanze vi consentano. Questo perché una luminosità elevata ed una buona nitidezza anche a tutta apertura vi permetteranno d'impostare tempi di scatto più rapidi (a parità di sensibilità ISO), che sono indispensabili per certi tipi di animali come uccelli, predatori ecc.