Google paga Apple ogni anno, la cifra è mostruosa

Secondo quanto riferito, Google paga 18 miliardi di dollari all'anno per essere il motore di ricerca predefinito di Apple

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google versa ad Apple 18 miliardi di dollari l’anno, e in cambio Apple imposta Google come motore di ricerca predefinito in Safari su tutti i dispositivi. Una situazione nota ma di recente è stata resa pubblica la cifra, di per sé impressionante; succede nell’ambito di un processo antitrust che vede Google sul banco degli imputati. 

Stando alle fonti sembra quasi che per Apple si tratti di una di quelle offerte che non si possono rifiutare, come raccontate nel famoso film il Padrino. Oltre al fatto di essere il motore di ricerca predefinito, infatti, Google si sarebbe assicurata anche che Apple non sviluppasse un suo motore di ricerca. Questo, se esistesse, sarebbe giocoforza quello predefinito in Safari - situazione che Google vuole evitare a tutti i costi. 

Secondo il testimone John Giannandrea (ex di Google, oggi in Apple), l’azienda di Cupertino aveva preso in considerazione l’ipotesi di farsi un suo motore di ricerca - eventualmente anche di comprare Bing da Microsoft e poi sviluppare quello. Ma l’idea di entrare in competizione con Google ha poi spinto i dirigenti a cambiare piani. 

Il CEO di Microsoft Satya Nadella, poi, nei giorni scorsi aveva aggiunto una sua considerazione personale, ma basata almeno in parte sulla storia della sua azienda e di Windows Phone. La ritorsione di una Google scontenta potrebbe tradursi nella mancata compatibilità con le sue app: Gmail, Youtube, Maps e così via. Una situazione che di certo Apple non vuole affrontare - nessuno vorrebbe. 

“In questo senso”, scrive David Pierce su The Verge, “l'accordo tra Google e Apple non solo è stato reciprocamente vantaggioso, ma potrebbe anche essere stato qualcosa di simile a un trattato di pace”

Secondo il New York Times, infatti, le cose stanno proprio come suggerisce Nadella. Google avrebbe usato il bastone e la carota (cioè il denaro e la minaccia di danneggiare Safari) per assicurarsi ciò che voleva - cioè essere il motore predefinito su Safari. 

Secondo le autorità statunitensi Google ha messo in atto pratiche di concorrenza sleale, e il dibattimento serve proprio a stabilire se sia vero e in che misura. È un processo che senza dubbio arriverà all’ultimo grado di giudizio, la Corte Suprema, e che in teoria potrebbe portare Google ad affrontare conseguenze molto pesanti, non ultimo lo scorporo dell’azienda in pezzi più piccoli.

Uno degli argomenti a sostegno dell’accusa riguarda proprio Apple: molti testimoni hanno infatti difeso l’idea che chiunque riuscisse occupare il “posto d’oro”, cioè essere il motore di ricerca predefinito sugli iPhone, diventerebbe in un attimo il motore di ricerca più usato - almeno negli USA, dove quasi il 60% degli smartphone sono iPhone. Nadella ha detto che Microsoft era pronta a spendere 15 miliardi l’anno per quel posto. 

La posizione di Google è che le persone usano il loro motore di ricerca semplicemente perché è il migliore; tuttavia paga 18 miliardi l’anno per assicurarsi di essere la prima scelta. 

Il fatto è che, come sappiamo almeno dal 2005, semplicemente la maggior parte delle persone non cambia le impostazioni di default. Se c’è Google usano quello per cercare, oppure Bing o qualunque altra cosa. È la ragione per cui Microsoft è stata criticata e multata negli anni, perché impostando i suoi prodotti - Internet Explorer in particolare - come predefiniti su Windows, si prendeva un vantaggio illecito sugli altri browser. Ora per Google potrebbero valere gli stessi principi.

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