Ritorno alle origini
Per enunciare il gameplay di gioco basterebbe rispolverare la recensione del primo capitolo e correggerla qua e là. God of War II, infatti, migliora laddove era possibile, tentando di esplorare alcuni concetti che quasi certamente vedremo riproposti nel futuro episodio per PlayStation 3. Tanto per cominciare, la parola action è più che mai rispettata, al punto da rendere il sistema di combattimento ben più dinamico che in passato.
È quindi ancora una questione di combo infinite, salti mortali, decapitazioni e via dicendo, il tutto con la semplice pressione casuale, è doveroso dirlo, dei tasti del proprio Dual Shock 2. Eh già, poiché l'idea alla base di GoW II è così riassumibile: maggior semplicità per una maggior carneficina.
Tale scelta ha così spinto i programmatori a riproporre nuovamente un sistema di combattimento accessibile a chiunque, anche alle vostre fidanzate abituate a verificare l'età del loro cervello con una copia di Brain Training sapientemente regalata da voi.
Kratos ha comunque a suo vantaggio delle nuove mosse, molte delle quali perfezionano alcuni dei movimenti del primo capitolo e favoriscono la realizzazione di hit a ripetizione (basta osservare la velocità di aggiornamento del counter a schermo). L'aspetto semplicistico del gameplay ha indubbiamente il merito di esaltare i combattimenti, sempre e comunque.
Squartare un mostro errante non è mai stato così piacevole come in God of War II, soprattutto perché la varietà d'esecuzione finale è talmente generosa da concedere una morte quasi sempre originale ad ogni scontro. Insomma, chi aveva apprezzato la spietatezza del primo capitolo troverà nuovamente pane per i suoi denti e… diversi litri di emoglobina da spargere al suolo. Crudele.