L'analisi effettuata da Netatmo in occasione del decimo anniversario della sua fondazione, evidenzia come il Bel Paese sia molto più avanti nel campo della smart home di quanto si possa pensare, e di come l'andamento per il futuro indichi che si punti sempre di più sulla sostenibilità.
Fred Potter, fondatore di Netatmo, può senza dubbio ritenere raggiunto l'obiettivo che si era posto quando, dieci anni fa, ha deciso di fondare la sua azienda: rivoluzionare il concetto di casa intelligente e renderla accessibile sostanzialmente a chiunque. Dieci anni dopo possiamo affermare tranquillamente che l'azienda è riuscita ad affermarsi come uno dei leader del settore, fornendo una gamma di prodotti che copre tutte le apparecchiature domestiche.
Il successo (confermato anche dal fatto che nel 2020 l'aumento delle vendite è stato registrato a doppia cifra) deriva, oltre che dalla qualità dei prodotti, dalla semplicità d'installazione e di utilizzo che contraddistingue i dispositivi Netatmo fin dall'inizio. Oltre alla qualità in termini di utilizzo e di design, nell'ultimo periodo l'azienda si è concentrata particolarmente anche sulla protezione della privacy dei suoi clienti: ne sono un esempio palese le Videocamere Intelligenti (indoor e outdoor) dotate di un sistema di archiviazione locale, in modo da evitare l'eventuale furto di materiale salvato in cloud.
Per quanto riguarda la nostra nazione, l'indagine condotta da Netatmo in collaborazione con Dynata (società di ricerche di mercato) evidenzia che il 64% degli italiani tra i 25 e i 55 anni ha un dispositivo smart in casa, mentre solamente il 4% non ha idea di cosa siano i prodotti per le smart home. Dei primi, il 62% possiede un altoparlante, mentre il 44% si affida a prodotti per l'illuminazione. I giovani, nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni, sono particolarmente propensi all'acquisto di prodotti che migliorano la qualità dell'aria (32%), per l'esterno e per il giardinaggio (24%).
Sebbene i benefici apportati da questi dispositivi siano notevoli, c'è ancora una buona parte di popolazione restia all'acquisto: il 36% afferma semplicemente di non averne bisogno, mentre il 40% è bloccato dal costo dei dispositivi. C'è anche chi si preoccupa della propria privacy (24%) e teme che questi dispositivi possano rubare i propri dati personali (potremmo scrivere un libro a riguardo), mentre chi teme che l'installazione sia una procedura difficoltosa rappresenta solamente il 6% del campione su cui è stata effettuata l'indagine.
L'acquisto di dispositivi per rendere smart la propria casa è dettato principalmente dalla voglia di migliorare il proprio comfort domestico, oltre al voler aumentare il livello di sicurezza della propria abitazione e a controllare da remoto gli elettrodomestici. Dall'indagine è emerso anche che noi italiani siamo particolarmente sensibili agli aspetti legati all'ambiente: 1 italiano su 3 infatti ha dichiarato di aver acquistato un dispositivo smart per rendere la propria casa più sostenibile.
Aumenta anche l'intenzione di acquisto: il 77% del campione è propenso a comprare un nuovo prodotto smart, evidenziando un grande interesse nei confronti di elettrodomestici e dispositivi per l'illuminazione. La percentuale diminuisce leggermente (24%) per quanto riguarda dispositivi per la sicurezza, per la qualità dell'aria (23%) e per il riscaldamento (20%).
Anche la pandemia ha dato il suo contributo alla diffusione dei dispositivi per le smart home: costretti a passare molto più tempo in casa rispetto a periodi di normalità, si è notato come il genere femminile nella fascia di età tra i 35 e i 55 anni si sia mostrato più sensibile a temi come sostenibilità, efficienza energetica, qualità dell'aria e comfort domestico. Il 53% del campione ha dichiarato di aver acquistato dei dispositivi smart proprio durante la pandemia, dividendosi principalmente tra il terrazzo (16%) e il soggiorno (14%).
Fred Potter ha descritto così i risultati di questa indagine:
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