Ccilu è un nome che non vi dirà nulla, ma è molto importante: si tratta di un marchio di calzature taiwanese, il primo al mondo a trasformare i rifiuti di silicio di TSMC in scarpe ecologiche. Il primo paio è stato lanciato nel 2022 e da quel momento l’azienda ha continuato su questa strada, con un discreto successo.
Si va da pantofole “massaggianti” a scarpe sportive, tutte realizzate con gli stessi materiali. Il CEO dell’azienda, Wilson Hsu, ha dichiarato in un’intervista a CNA di aver sviluppato l’idea insieme alla società Semisils Applied Materials Corp., che si occupa proprio di smaltire i rifiuti di silicio TSMC e altri produttori derivanti dalla produzione di chip.
"Mi chiedevo semplicemente se Ccilu potesse acquistare i rifiuti di silicio di TSMC e trasformare i materiali riciclati in calzature ecologiche", ha detto Hsu, che ha continuato: "TSMC è stata soprannominata la 'montagna sacra' per proteggere Taiwan e perché Ccilu non dovrebbe lanciare 'scarpe sacre' fatte dai rifiuti di silicio di TSMC".
Hsu ha poi dichiarato che un paio di pantofole realizzate con i rifiuti di silicio può ridurre il consumo di petrolio grezzo di 0,5 litri e abbassare le emissioni di carbonio di un chilogrammo.
Grazie ai suoi sforzi, Ccilu ha vinto il National Sustainable Development Award, conferito dal National Council for Sustainable Development di Taiwan, a simbolo del suo contributo alla creazione di un ecosistema ecologico. Nonostante questo, il CEO dell’azienda ha raccontato che le sue creazioni non sono state accolte in maniera particolarmente calorosa: “Molte persone vogliono possedere azioni di TSMC, ma non tutti vogliono comprare scarpe fatte da rifiuti di silicio, specialmente perché i prodotti di Ccilu non sono affatto economici”. Considerate che un paio di pantofole “massaggianti” ha un prezzo di circa 60 euro.
"Siamo consapevoli che abbiamo bisogno di più tempo per far capire ai consumatori l'innovazione e accettare il concetto di economia circolare, indossando scarpe fatte da rifiuti di silicio", ha detto Hsu. "Un'economia circolare ha bisogno della partecipazione di tutti per crescere. Sappiamo che non sarà un percorso facile, ma saremo persistenti nel procedere".