L'aggressiva politica di sostegno della Cina allo yuan digitale, la sua stablecoin, prosegue. Dopo aver determinato un grave crollo dei Bitcoin, la Cina avrebbe spinto alla chiusura di alcune mining pool e starebbe spingendo il governo di Hong Kong ad adottare norme più severe verso chi investe in criptovalute. La novità di oggi potrebbe far entrare Pechino nella classifica delle città più "crypto-friendly". Di cosa si tratta?
L'agenzia di stampa della Repubblica Popolare Xinhua ha ribattuto una velina secondo cui, da venerdì 18 giugno, più di tremila ATM a Pechino consentono di prelevare yuan fiat a partire dai propri risparmi in yuan digitale. La filiale di Pechino dell'Industrial and Commercial Bank of China, una banca commerciale controllata dalla stessa Cina e la più grande banca commerciale del pianeta, ha consentito uno scambio immediato tra una criptovaluta (anzi, una CBDB) e una valuta fiat.
La Industrial and Commercial Bank of China ha installato più di 3.000 ATM compatibili con la valuta digitale. A questi si aggiungono gli ATM realizzati dall'Agricultural Bank of China, un'altra grande banca cinese attivamente coinvolta nei test dello yuan digitale. L'Agricultural Bank of China ha creato 10 ATM a Wangfujing, una delle vie dello shopping di Pechino.
Per spingere ulteriormente lo yuan digitale, il governo della Repubblica Popolare ha promosso una lotteria digitale dedicata ai soli abitanti di Pechino (più di 21 milioni di persone) con premi in yuan digitale e sta promuovendo l'introduzione di un wallet hardware proprietario nella regione di Xiong'an. Infine, secondo il Wall Street Journal, il sostegno della Cina allo yuan digitale sarebbe dettato anche dalle questioni ambientali.
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