L'informazione online
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Lo spostamento online del sistema informativo è stato quasi istantaneo. Da quando si sono diffuse le prime connessioni dial-up, poi ISDN e ADSL, è sempre stato possibile informarsi in rete. La qualità è la varietà dei contenuti non sono migliorate col temo, e oggi è possibile essere ben informati facendo affidamento solo sulla rete.
I giornali storici, quelli che escono su carta da decenni e a volte secoli, hanno giustamente deciso di essere presenti in rete, e oggi non c'è testata che non abbia un proprio sito web.
Il passaggio online, tuttavia, non si può risolvere con una copia carbone di quanto c'è su carta. Le differenze riguardano soprattutto il tema della concorrenza e del rapporto con i lettori, il peso che ha la loro opinione e la libertà di movimento che offre la rete. Uno degli spunti più brillanti viene da Clay Shirky, studioso degli effetti sociali ed economici di Internet, che ci offre un'analisi approfondita del web moderno.
Per Shirky il concetto è semplice: i lettori hanno il potere di cambiare i giornali, soprattutto online, dove il futuro dell'informazione è incerto: "La dura verità sul futuro del giornalismo è che nessuno sa dire con certezza cosa succederà".
Shirky tocca molti punti importanti, tra i quali la libertà dell'utente: il lettore online giunge a un articolo per vie diverse, e paragonare l'home-page alla prima pagina di un giornale non è quindi ragionevole. Tutti vedono e leggono la prima pagina di un quotidiano, mentre l'home page di un sito è spesso la pagina meno visitata.
Shirky poi ricorda come l'argomento si componga di tre elementi: "partecipazione diretta, numero di professionisti e dilettanti che lavoreranno insieme, e una seconda grande epoca di mecenatismo".
Forse ignari della complessità del problema, o forse nella speranza che nuovi ed efficaci meccanismi si formassero naturalmente, i giornali fino ad oggi si sono prestati al gioco della rete e hanno pubblicato i loro contenuti gratuitamente. Per sostenere i costi dell'operazione, si sono affidati alla pubblicità e ai ricavi generati dalle edizioni cartacee, che continuano a vendere discretamente, anche se un po' meno ogni giorno. Solo alcune testate, che offrono contenuti specializzati e ritenuti universalmente di altissimo livello, hanno deciso di mantenere il modello a pagamento, ottenendo successi altalenanti.
Definire le differenze tra informazione tradizionale e internet potrebbe portare a discussioni molto lunghe, ma crediamo di aver tracciato le linee fondamentali della questione, nella teoria. Vediamo ora che succede in pratica.