La cancelliera tedesca Angela Merkel durante una cerimonia presso il Max Planck Institute di Greifswald ha premuto il pulsante che ha dato un impulso di due megawatt di radiazioni a microonde, e riscaldato così il gas di idrogeno fino a 80 milioni di gradi per un quarto di secondo, trasformandolo in plasma di idrogeno a bassa densità.
Un evento che potrebbe essere una pietra miliare nell'ambito della produzione di energia: l'inaugurazione del reattore a fusione Wendelstein 7-X , il più grande stellarator del mondo, che ha generato il suo primo plasma di idrogeno.
Completato nel mese di aprile 2014, questo reattore toroidale con il suo complicatissimo campo magnetico è visto da molti come un serio concorrente dei tokamak (l'ITER in particolare) nell'ambito dei reattori a fusione. Se ricordate ne avevamo parlato a fine 2015, quando il Wendelstein 7-X stellarator (W7-X) fu acceso per la prima volta. Trovate i dettagli, la descrizione di questo complesso sistema e le aspettative nella notizia Stellarator, la fusione nucleare di nuova generazione.
La novità è che per poterlo accendere serviva l'approvazione degli enti regolatori nucleari tedeschi, che è arrivato come previsto e ha permesso l'accensione. Si tratta di un passaggio non scontato perché i test erano stati condotti usando un milligrammo di elio, che è un gas inerte molto più facile da riscaldare rispetto all'idrogeno.
"Questo è stato davvero l'inizio e la macchina funziona bene. Abbiamo capito che siamo sulla strada giusta" ha detto Hans-Stephan Bosch a capo della divisione responsabile del funzionamento dello Stellarator. "Con una temperatura di 80 milioni di gradi ed un tempo di vita di un quarto di secondo, il primo plasma di idrogeno è stato completamente all'altezza delle nostre aspettative", ha aggiunto.
Gli esperimenti con il plasma di idrogeno continueranno fino a marzo, quando saranno montate all'interno del reattore piastre di carbonio e un divertore per eliminare le impurità. La potenza di riscaldamento a microonde del plasma a quel punto sarà aumentata a 20 megawatt, permettendo al plasma di durare fino a 30 minuti.
In una prima fase lo Stellarator non farà reazioni di fusione. "In una fase successiva, a partire dal 2019, useremo deuterio e avremo reazioni di fusione, che comunque non saranno sufficienti a fornire più energia di quanta ne stiamo consumando".
Gli scienziati si aspettano che gli esperimenti di fusione con il deuterio dimostrino oltre ogni ragionevole dubbio che uno Stellarator sia adatto per la produzione di energia. Se lo Stellarator supererà ITER però resta da vedere.