La X-T2 è una macchina diversa dalla X-Pro2 non solo per il corpo, che ricorda nelle linee e nella disposizione dei comandi quello di una reflex degli anni '80, ma anche per l'utenza cui è destinata. Fujifilm ha voluto quindi dare agli affezionati del marchio la possibilità di scegliere fra due mirrorless top di gamma basate sugli stessi componenti chiave: sensore e processore d'immagine. La X-Pro2 per la street photography, la X-T2 anche per la foto d'azione.
Lo scopo di questo test era proprio quello di mettere in evidenza le differenze fra le due, che si percepisce immediatamente.
Dopo aver provato praticamente tutti i modelli prodotti dalla Casa giapponese, mi sento di apprezzare i continui sforzi compiuti dalla stessa per migliorare proprio gli aspetti legati all'utilizzo. E, ancora una volta, di consigliare questa mirrorless di fascia alta ad un pubblico di utenti esperti, indipendentemente da quali siano le loro possibilità economiche. Se anche le finanze ve lo consentissero, acquistare una X-T2 come macchina point & shot sarebbe, a mio avviso, un grave errore. Un prodotto di tale livello deve essere studiato e capito nella giusta maniera, mi verrebbe da dire (in modo non molto elegante, ma che certo rende l'idea) "digerito con calma" per poter trarre vantaggio dalle numerose possibilità che esso offre.
Se proprio non siete super esperti, il primo consiglio è quindi quello di leggervi attentamente il manuale d'uso, perché soltanto il fatto che non esiste una ghiera dei modi, sostituita dalla combinazione di quella dei tempi con quella dei diaframmi posta sull'obiettivo, è un retaggio dei modelli in voga i decenni passati. Il costruttore gioca anche su questi aspetti oserei dire... "nostalgici" per far presa su un pubblico di utenti affezionati che li apprezza e li ricerca.
Per la nostra prova d'utilizzo sul campo, ci si è presentata subito una circostanza davvero ghiotta: la fashion week di Milano.
Rincorrere le modelle per riuscire a rubare qualche scatto non è una cosa facilissima, soprattutto se non sei un fotografo ufficiale. Devi essere veloce e discreto, potendo contare su un'autofocus affidabile e rapido e su un'ottica che ti assecondi perfettamente, come il Fujinon 16-55 WR fornitoci in prova. Con la sua apertura massima di f/2.8 costante su tutto il range focale, permette di staccare debitamente il volto dallo sfondo, oltre che operare in condizioni di luce scarsa potendo contare su tempi di posa ragionevolmente brevi.
La mancanza di stabilizzazione in questo caso specifico non ha importanza, in quanto il soggetto si muove e anche se dovesse posare non converrebbe mai scendere sotto tempi di 1/60 o 1/80 di secondo. La possibilità d'impostare ben tre personalizzazioni ISO, incluso il tempo minimo d'otturazione e il valore ISO massimo, aiuta non poco il fotografo. E' anche vero che, prima di una sessione di shooting, dovremmo ricordarci di controllare questo parametro, in quanto mi è successo che passando dalle modelle agli scatti con otturatore elettronico a 1/20.000 e 1/32.000 di secondo, all'inizio i primi erano visibilmente sottoesposti in quando il valore ISO massimo era impostato a 3.200 e l'apertura massima dell'obiettivo non consentiva di ottenere l'esposizione corretta.
A proposito di esposizione... il sistema su cui si basa la X-T2 si è sempre comportato in maniera affidabile utilizzando la misurazione multi (valutativa) e media pesata al centro, benché si noti una leggera tendenza alla sottoesposizione, come avevamo già riscontrato nella X-Pro2. Presente la funzione denominata DR (Dynamic Range), che permette di variare la dinamica in funzione del contrasto, ma assente l'HDR come in tutte le Fujifilm.
Dal punto di vista operativo, si apprezza una buona disposizione dei comandi che principali che si trovano tutti a portata di mano, salvo qualche piccola osservazione di cui abbiamo parlato nel video introduttivo. Con mio personale disappunto, il tasto movie per la registrazione diretta dei filmati è stato omesso, ed ora per riprendere occorre premere il pulsante di scatto dopo aver spostato il selettore drive (sotto alla ghiera ISO) nella posizione movie.
Anche il tastino Fn accanto alla ghiera per la compensazione dell'esposizione è un po' difficile da azionare. Numerose le possibilità di personalizzazione.
Grandi aspettative per questa macchina sono legate all'autofocus. Sicuramente in modalità singola AF-S (one shot) la latenza è ormai impercettibile, la MAF è (quasi) istantanea benché qualche residuo fenomeno di focus hunting sia ancora visibile in determinate circostanze. In condizioni di luce precaria (di notte tanto per intenderci), il modulo AF è comunque in grado di mettere a fuoco in meno di un secondo dal momento in cui si inizia a premere il pulsante di scatto.
Ancora qualche incertezza, invece, nel modo tracking, quando il soggetto si muove a zig zag, accelerando e decelerando, o in maniera casuale; appena il movimento del soggetto viene rilevato, la macchina lo aggancia ma poi, in maniera imprevedibile, non appena passa da un lato all'altro del fotogramma, lo perde. Lo stesso ci è capitato tenendo l'obiettivo puntato su un soggetto in movimento, sempre più o meno al centro del frame (ad esempio, i piccioni che mangiano i semi di mais dalla mano di una persona), con AF continuo e scatto a raffica: dopo un certo numero di frame, può succedere che l'autofocus sganci. Difficile capire quali siano le ragioni...
Riguardo alla qualità dell'immagine, c'è ben poco d'aggiungere a quanto già detto a proposito della X-Pro2: siamo a livelli di eccellenza! Un plauso in particolare alle prestazioni dello zoom fornitoci in dotazione, confrontabili con quelle delle migliori ottiche a focale fissa, purtroppo ad un prezzo non alla portata di tutti, 1.199 Euro, cifra però tutto sommato giustificata se si paragona, ad esempio, ad un Canon EF-S 17-55mm f/2.8 IS USM da 889 Euro, sempre per APS-C, che non è realizzato in metallo e non offre la tropicalizzazione, a differenza degli obiettivi serie L. Tuttavia, rispetto al primo, vanta la stabilizzazione ottica dell'immagine.
Notevole anche la sezione video, non tanto per la possibilità di registrare in 4 K, quanto per la messa a fuoco fluida e progressiva, con fenomeni di ricerca del fuoco limitati. Il rumore del doppio motore interno è praticamente inavvertibile e non viene registrato in camera. Anche in questo caso la qualità del girato è ottima, con pochi artefatti digitali. Finalmente possiamo dire che anche da questo punto di vista Fujifilm si è allineata ai concorrenti più temuti, primo fra tutti Sony.
Potete scaricare le immagini in formato originale da questo link.
Buona, infine, la durata della batteria, tenuto conto della potenza del processore e del mirino elettronico. Siamo riusciti a fare poco più di 300 scatti e circa tre filmati da qualche minuto cadauno prima che si spegnesse totalmente la fotocamera. Il sistema intelligente di risparmio energetico permette di scattare ancora qualche foto dopo che la scritta sul display ci avvisa che la batteria è esaurita: è sufficiente spegnere e riaccendere la macchina, cercando di essere... molto veloci!
Fujifilm X-T2 |