Impressioni d'uso

Test X-Pro2: grazie all'unione del nuovo sensore X-Trans CMOS III da 24,3 Mpixel effettivi e dell'unità di calcolo X Processor Pro, la più costosa delle Fujifilm promette prestazioni da primato per il formato APS-C. In un corpo stile retrò, in lega di magnesio, resistente a polvere, acqua e freddo, spicca la versione rinnovata del famoso mirino Advanced Hybrid Multi con tre differenti opzioni di visualizzazione.

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a cura di Tom's Hardware

Impressioni d'uso

La X-Pro2 è caratterizzata da un corpo macchina volutamente retrò che tanto piace agli affezionati del marchio e che ha contribuito negli anni alla fortuna di questi prodotti. Le dimensioni del corpo macchina sono ideali, ne troppo piccole, ne troppo grandi, e al contempo la disposizione dei comandi non da più adito a critiche. In altri modelli della Casa ci erano sembrati un po' troppo piccoli e ammassati (ovviamente per contenere le dimensioni del corpo macchina), alcuni di difficile manovrabilità a discapito dell'ergonomia. Qui la situazione è diversa e, se proprio vogliamo essere pignoli, ci sentiamo di muovere solo qualche osservazione. Ad esempio... la ghiera dell'ISO assieme a quella dei tempi ricorda certo le soluzioni adottate da alcune reflex degli anni 70/80', ma dal punto di vista funzionale avremmo preferito la separazione fisica delle due, e infatti - guarda caso - sulla nuovissima X-T2 sono distinte; inoltre, i valori della sensibilità sono di difficile lettura a causa delle dimensioni minuscole.

Il tasto di sgancio dell'obiettivo è molto vicino alla baionetta e rende a volte difficoltoso lo smontaggio dello stesso. Inoltre, non è stato previsto un blocco nell'anello dei diaframmi per la posizione A. Sono comunque dettagli cui ci si abitua presto.

Fujifilm X Pro2 066

Dal punto di vista costruttivo, ci troviamo di fronte ad un apparecchio di fascia top e ciò lo si evince da molti particolari. Rivestito con la stessa vernice semiopaca della X-Pro1, il corpo lussuoso di questo modello di punta è in lega di magnesio con le ghiere in alluminio fresato e ciò restituisce al tatto una sensazione di solidità e sicurezza. La X-Pro2 ha molti requisiti di una fotocamera professionale.

Dal punto di vista operativo, si apprezzano l'immediatezza e la semplicità d'uso, in quanto tutti i comandi principali si trovano a portata di mano. Anche se non velocissima, la X-Pro2 offre numerose possibilità di personalizzazione, dove un massimo di 16 elementi usati frequentemente possono essere registrati tramite la nuova funzione My Menu. Se abbinati ai 16 elementi del Q Menu, si hanno un totale di ben 32 scorciatoie.

Fujifilm X Pro2 067

L'immancabile tasto Q mostra un'overview dei parametri principali che non siano immediatamente visibili dalla posizione delle ghiere e ne permette la variazione

Molto ben realizzato anche il sistema di menu, fra i quali si naviga agevolmente, anche se poco è concesso all'occhio, come si conviene ad un prodotto destinato ad un pubblico di specialisti.

Non è certo questa la sede per disquisire se sia meglio il mirino elettronico o quello ottico. Il primo, utilizzato nelle mirrorless e nelle reflex Sony Translucent della serie Alpha, offre come sappiamo molti vantaggi rispetto al secondo, perché alcune impostazioni, tra cui il bilanciamento del bianco e l'esposizione, possono essere controllate immediatamente prima dello scatto e l'immagine visualizzata può essere ingrandita per verificarne la messa a fuoco di precisione. Tuttavia, in alcuni casi, i fotografi preferiscono una visione più naturale, come quella che si ottiene con il telemetro ottico, che consente la medesima visualizzazione del soggetto che si avrebbe a occhio nudo. Questo mirino è estremamente efficace e spesso preferito dai documentaristi e dai fotografi di reportage e street.

Fujifilm X Pro2 068

Dal nostro personale punto di vista, entrambe le soluzioni presentano appunto vantaggi e svantaggi, ma dobbiamo dire che sulla X-Pro2 ci siamo trovati meglio ad utilizzare il mirino elettronico, in quanto il telemetro, pur sofisticato che sia, con le indicazioni elettroniche e i frame che cambiano in funzione dell'obiettivo usato, non è comunque un mirino ottico come quello utilizzato sulle reflex che "vede" esattamente quanto coglie l'obiettivo. Certo, il fatto di prevedere una visione non "a tunnel" ma più ampia permette di osservare la scena nella sua globalità senza perdere istanti preziosi. Ecco perché nella street photography Leica ci insegna che il telemetro è ancora una soluzione che ha il suo perché.

Nulla da eccepire riguardo al monitor posteriore da 3", vista anche l'elevatissima risoluzione di ben 1.620 kpixel: peccato solo non sia angolabile.

Imbarazzante la durata della batteria: con una carica completa non siamo riusciti a fare più di 120 scatti, oppure 75 scatti e 5 filmati brevi (il più lungo 57 secondi!); ci sembra davvero poco, non escludiamo un difetto della batteria provata.

Giunti a questo punto... non resta che parlare della qualità dell'immagine! Beh, non ci sono dubbi, il nuovo sensore X-Trans CMOS III da 24,3 Mpixel è indiscutibilmente superiore al precedente, poiché a parte la risoluzione mostra una maggior gamma dinamica, tenuta alle alte luci, e probabilmente ancor meno rumore. Secondo quanto riportato da Fujifilm in un grafico che mostra il rumore rispetto alla risoluzione percepita, il nuovo sensore supera addirittura un full frame da 36 Mpixel sia in termini di risoluzione che di rumore! Non avevamo a disposizione una Sony Alpha7R per effettuare il confronto, ma probabilmente quanto afferma il costruttore è attendibile.

Alla fine, la qualità delle immagini che è in grado di restituire la X-Pro2 è semplicemente eccellente, merito ovviamente non solo del sensore ma anche delle prestazioni degli obiettivi Fujinon. In particolare ci ha impressionante la resa cromatica, tenuto conto che è preservata, come il dettaglio, anche agli alti ISO.

Per quanto concerne il comparto video, ovviamente durante la registrazione dei movie si può contare sull'ausilio dell'autofocus; gli obiettivi sono dotati di un motore silenziosissimo e di questo ne trae vantaggio l'audio durante le riprese. La messa a fuoco è fluida e progressiva, ma spesso si verificano fenomeni di focus hunting anche evidenti con ripetuta perdita e riacquisizione del fuoco. La qualità dei filmati registrati evidenzia però un notevole miglioramento rispetto ai modelli Fujifilm da 16 Mpixel: maggior dettaglio, minori artefatti, pur senza spingersi alla risoluzione 4K che non è supportata.

Le due ottiche testate sono al vertice della categoria per prestazioni e cura costruttiva. L'XF 35 mm è particolarmente nitido a tutte le aperture, privo di aberrazione cromatica e distorsione visibili, con un ottimo controllo dei riflessi, e in più è realizzato in metallo e col corpo tropicalizzato.

L'XF 56 mm è un "mostro" di definizione ed iper-dettaglio, presenta un'elevatissima luminosità e ha un bokeh tutto da vedere. Peccato solo per qualche riflesso di troppo.

Fujifilm X Pro2 069

Foto esempio scattata con il Fujinon XF56mm F1.2 R APD

Gli unici lati deboli sono la mancanza dello stabilizzatore ottico d'immagine e una distanza minima di messa a fuoco un po' elevata, quindi... niente macro! Anche il prezzo può creare qualche problema all'utente medio...

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