Fatturazione elettronica, meglio del previsto. Tanta opposizione ingiustificata?

L'Osservatorio del Politecnico di Milano ha rilevato un bilancio positivo nell'introduzione della fatturazione elettronica.

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a cura di Dario D'Elia

La fatturazione elettronica, che inizialmente potrebbe essere stata percepita come una fastidiosa imposizione, sta generando benefici nelle imprese. L'Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano ha rilevato in una recente indagine che oltre il 50% delle imprese ha tratto vantaggio dal processo di ricezione delle fatture. Nello specifico è apprezzata "la maggiore velocità della registrazione delle fatture (indicato dal 33% delle grandi imprese e dal 31% delle PMI), la semplificazione della fase di verifica della fattura (21% del campione) e del processo di approvazione del pagamento (20% e 14%)".

Benefici anche nella riduzione dei tempi di pagamento (19% e 14%) e la più rapida riconciliazione dei pagamenti (25% e 19%). Prevedibilmente chi già dispone di una dotazione tecnologica adeguata (ERP, software di Supply Chain Management o di amministrazione, finanza e controllo) ha tratto ancora più vantaggi -  il 56% delle aziende "digitali" contro il 51% di quelle non digitali.

Un altro dato rilevante è che "hanno aderito più partite IVA (+8%) di quelle obbligate (3,2 contro 2,8 milioni) ed è stato scartato solo il 3% delle fatture inviate".

"Continua a crescere il transato eCommerce B2b, concentrato nei settori automotive (25%), largo consumo (20%), farmaceutico (6%), ma nel 2018 vale ancora solo il 16% degli scambi complessivi fra aziende (2.200 mld di euro)", puntualizza la nota ufficiale. "Circa 150mila imprese hanno adottato soluzioni di eCommerce B2b (+15% rispetto al 2017), connesse attraverso 372 Extranet che supportano le relazioni con clienti (36%) e fornitori (58%); 16.000 imprese (+23%) scambiano210 milioni di documenti digitali (+27%) tramite EDI".

Complessivamente a sei mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica fra imprese e a pochi giorni dall’1 luglio 2019 – quando scadrà la moratoria e cambieranno i termini di emissione e le sanzioni in caso di invio tardivo al Sistema di Interscambio (SdI) - il bilancio della normativa è positivo.

"Sono 854 milioni le fatture elettroniche rivolte a imprese (il 54%), PA (2%) e privati (44%) inviate fra l’1 gennaio e i primi di giugno da 3,2 milioni di partite IVA (il 64% delle imprese italiane, più dei 2,8 milioni di imprese soggette all’obbligo)", prosegue la nota. "Soltanto il 3% (25 milioni) delle fatture è stato scartato dal SdI. Quasi due terzi delle fatture inviate provengono dai settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio (28%), utility (19%) e servizi (17%). Più della metà delle fatture è stato inviato da aziende con sede in Lombardia (34%) e nel Lazio (22%), solo il 12% viene dall’area Sud e Isole".

Secondo Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, "la fatturazione elettronica non è la trasposizione digitale di un documento o di una attività ma un nuovo modello organizzativo che può costituire un fattore di innesco nella digitalizzazione dei principali processi tra aziende, tra aziende e Pubblica Amministrazione e nel dialogo con i cittadini".

Insomma, si profila come un'opportunità per "aiutare il Paese a recuperare il divario che la separa dai principali Paesi europei in termini di maturità digitale". Non caso l'Italia è il primo Paese in Europa ad adottare l'obbligo generalizzato di fatturazione elettronica e leader nella digitalizzazione dei processi in molte filiere. E non bisogna scordare anche che in pochissimi mesi ha già fatto emergere una maxi-frode.

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