Fastweb suda freddo. A luglio ha acquistato per 150 milioni di euro le frequenze di Tiscali per il Fixed Wireless Access, già sapendo che avrebbe potuto impiegarle in seguito nella 5G. Adesso però Vodafone e Iliad si stanno mettendo di traverso coinvolgendo direttamente (o indirettamente) TAR del Lazio, Ministero dell'Economia e delle Finanze, AGCOM e Antitrust. Senza contare una recente interpellanza parlamentare di 18 senatori dell'M5S che chiedono chiarezza al Ministro del MISE Luigi Di Maio, stando a quanto riporta Affari & Finanza di Repubblica.
Pareva l'affare del secolo: acquistare 40 MHz nella banda (pioniera) 3,4-3,6 GHz e 836 torri radio a un prezzo nettamente inferiore ai valori di mercato – stabiliti poi dall'asta 5G. Lo sanno bene TIM, Vodafone, Iliad e Wind Tre che per blocchi compresi tra 20 e 80 Mhz (nei 3.600-3.800 GHz) hanno dovuto sborsare tra i 483 milioni di euro e 1,6 miliardi di euro. Insomma, Fastweb rispetto ad esempio a Iliad ha pagato circa il 60% in meno.
Come è stato possibile? Bisogna ritornare alle indicazioni di Bruxelles, alla consultazione pubblica e alla formulazione dei bandi 5G. Ai tempi era parsa chiara l'esigenza di favorire e salvaguardare il lavoro degli operatori fixed wireless – che per primi hanno iniziato a fornire una risposta al problema del digital divide comunitario. In Italia le licenze per i 3,4-3,6 GHz sarebbero dovute scadere nel 2023, ma grazie a una proroga la data è stata spostata al 2029. Motivo? Nello stesso anno scadranno i diritti d'uso delle frequenze della telefonia mobile in banda 900 MHz (GSM-UMTS) e 1800 MHz (GSM-LTE) – ciò vuol dire che la ridefinizione del piano frequenze potrebbe essere maggiormente compatibile con le esigenze degli stessi operatori in prospettiva di sviluppo tecnologico.
Buone notizie per specialisti come Go Internet, Linkem e Mandarin, TIM e Aria. Con una puntualizzazione: TIM è l'unica che potrebbe rischiare una querelle con l'Antitrust, quindi ad oggi non è chiaro come abbia intenzione di usare queste frequenze.
Quel che conta è che il polverone si è alzato nel momento in cui Tiscali ha deciso di cedere la sua controllata Aria a Fastweb per risanare i suoi conti. 150 milioni di euro sono sembrati uno schiaffo ai 6,5 miliardi di euro sborsati dalla concorrenza per l'asta 5G. Qualcuno suppone persino un danno erariale, che però dovrebbe prevedere l'interessamento della Corte dei Conti.
Ad ogni modo queste frequenze assegnate al fixed wireless spaventano, perché potrebbero essere la porta di ingresso low-cost di chiunque al mercato 5G – persino di colossi statunitensi come Google e Facebook.