Dici lettura del pensiero e subito immagini persone che, come George Clooney in L'Uomo che Fissa le Capre, tentano di dissolvere le nuvole con la sola forza del pensiero. Non sappiamo se a Menlo Park ci siano persone negli scantinati che stiano provando a leggere mazzi di carte Zener durante esperimenti ESP, sta di fatto che, durante l'F8, Regina Dugan, capo della divisione innovazione hardware di Facebook, ha dichiarato che il social network ha già 60 persone al lavoro per sviluppare una tecnologia che ci consenta di scrivere su smartphone semplicemente utilizzando la mente.
Secondo la Dugan infatti troppo spesso siamo distratti dai nostri smartphone, anche mentre siamo in compagnia. Tuttavia ritiene una "falsa narrazione" quella secondo cui dovremmo fare più spesso a meno dello smartphone, interessandoci di più di chi ci sta attorno. Inutile girarci attorno, questo dispositivo è centrale nelle nostre vite.
La soluzione potrebbe dunque essere rappresentata da una tecnologia che, leggendo le nostre onde cerebrali, ci consenta di scrivere mail e messaggi tramite smartphone, semplicemente col pensiero, senza nemmeno estrarlo. Per questo Facebook ha già messo su un team di 60 esperti di machine learning e impianti neurali, al fine di creare un sistema capace di scrivere cento parole al minuto - cinque volte più veloce di quanto si possa fare in media su uno smartphone - direttamente dal nostro cervello.
Facebook vorrebbe però mettere a punto una tecnologia non invasiva, che non richieda cioè un intervento chirurgico per impiantare elettrodi, ma che sia in grado di misurare centinaia di volte al secondo la nostra attività cerebrale con un elevatissimo grado di precisione, in modo da decodificare in tempo reale i segnali cerebrali legati al linguaggio. Una tecnologia che, per stessa ammissione della Dugan, attualmente non esiste ancora e va sviluppata. Magari prendendo spunto da alcuni film, come ci siamo divertiti in redazione a suggerire al team di sviluppo.
Metodo 1, Pacific Rim
Facebook potrebbe sviluppare delle bellissime tute come quelle indossate dai piloti degli enormi mecha Jaeger in Pacific Rim di Guillermo del Toro. Certo, si tratterebbe di una soluzione un po' vistosa, ma volete mettere il risultato finale?
Metodo 2, Il Mondo dei Replicanti
Una soluzione meno invasiva prevedrebbe di comandare tutto da un lettino posto in qualche scantinato, come in Surrogates. I vantaggi? In un mondo virtuale potremmo fingere anche di avere l'ultimo modello di smartphone anziché il rottame di dieci anni fa che ci portiamo in tasca nel mondo reale.
Metodo 3, Avalon
Avete mai visto Avalon, l'unico live action con attori in carne e ossa realizzato alcuni anni fa da Mamoru Oshii, già regista di Ghost In The Shell? Se non l'avete fatto fatelo al più presto. In quel film i personaggi utilizzavano, per entrare in un videogioco virtuale e comandare i propri avatar, una sorta di visore VR molto più avanzato, che rendeva possibile agire senza necessità di utilizzare altre periferiche. Certo, andare in giro con un elmetto ricoperto di tubi non è il massimo della praticità, ma l'effetto wow sarebbe assicurato, assieme a un trattamento TSO ovviamente.
Per i più estremi, in alternativa, si potrebbe pensare anche a protesi bio-elettroniche, come quelle utilizzate in eXsistenZ di David Cronenberg, l'idea vi stuzzica?
Scherzi a parte è davvero difficile immaginare una soluzione per leggere e interpretare gli impulsi mentali legati al linguaggio senza impianti neurali o ingombranti caschetti di qualche tipo e infatti nemmeno la fantascienza è riuscita a immaginare qualcosa di simile, secondo voi Facebook ci riuscirà?