A quel punto è iniziata una corsa contro il tempo, che ha convinto il Primo Ministro neozelandese Jacinda Arden a prendere posizione. "Questo è un problema che va ben oltre la Nuova Zelanda, ma ciò non significa che non possiamo giocare un ruolo attivo nel vederlo risolto", ha sottolineato Ardern. "È un problema che cercherò di discutere direttamente con Facebook".
Il sistema automatico di riconoscimento delle immagini dell'azienda ha consentito la rimozione di 1,2 milioni di copie, ma altre 300mila hanno richiesto l'azione diretta dei moderatori. Non solo. "Per rispetto verso le persone colpite dalla tragedia di Christchurche le preoccupazioni delle autorità locali, stiamo anche rimuovendo tutte le versioni modificate del video che non mostrano contenuti grafici", ha dichiarato Mia Garlick di Facebook New Zealand. L'operazione ha coinvolto anche account Instagram, che è di proprietà Facebook dal 2012.
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Su Youtube, Google, ha attuato la stessa policy di rimozione, stando a quanto riporta il Guardian, ma è stata agevolata dal fatto che i video erano più facilmente rintracciabili grazie al motore di ricerca. Ben più complicata invece la situazione su WhatsApp e Telegram dove la messaggistica è cifrata.
"I nostri cuori sono rivolti alle vittime, alle loro famiglie e alla comunità colpite dalle orrende sparatorie in Nuova Zelanda", si legge nel primo messaggio di cordoglio di Twitter.
Nel frattempo la Polizia neozelandese con l'ultimo bollettino ha confermato che l'attentatore avrebbe agito da solo e sarebbe responsabile, secondo la stima finale, di 50 morti e 50 feriti – di cui 12 in condizioni critiche.