Facebook ha avviato la distribuzione in Italia di Graph Search. Alcuni utenti hanno già ricevuto l'invito a iscriversi, infatti, alla lista di attesa per questo nuovo motore di ricerca che dovrebbe cambiare profondamente l'esperienza d'uso in Facebook.
Quando il motore sarà attivo e perfezionato, nulla sarà come prima. Graph Search è un inedito e potentissimo strumento di data mining, basato sulla profilazione delle abitudini e delle preferenze degli utenti. Facebook è già un'enorme miniera di informazioni personali. Le nostre. Mancava l'attrezzo giusto per esplorarla e sfruttarla a fondo, e adesso sta per arrivare.
Come funziona Graph Search? Facebook lo descrive così: "Trova le persone che hanno i tuoi stessi interessi. Vuoi metter su una squadra di calcetto o trovare qualcuno con cui andare in palestra? Connettiti con gli amici a cui piacciono le tue stesse attività e incontra nuove persone. Esplora il tuo mondo tramite le foto. Ora puoi usare frasi semplici e specifiche come "Foto scattate a New York dai miei amici" per trovare qualsiasi cosa desideri. Scopri ristoranti, musica e altro ancora. Esplora nuovi luoghi in cui mangiare e nuovi gruppi da ascoltare, tutto tramite le persone che conosci".
Raccontato in questo modo, il motore sembra utile e senza apparenti controindicazioni. Si sono scomodati i pezzi grossi di Facebook, Mark Zuckerberg in testa, per rappresentarne i pregi. Nel video c'è la descrizione minuziosa della più profonda innovazione del social network realizzata finora:
Negli Stati Uniti, dove è operativo da qualche giorno, il motore di ricerca sta già sollevando critiche e perplessità. È vero, Graph Search è ancora agli esordi, la versione rilasciata in inglese è una beta e combina qualche pasticcio, come ha scritto Vindu Goel sul New York Times.
Il problema dei problemi è la privacy.
Ognuno di noi ha stratificato la sua presenza su Facebook con "mi piace", condivisioni, fotografie, filmati, commenti e considerazioni di ogni tipo, confuse tra miliardi e miliardi di altre informazioni. Quando, grazie a Graph Search, questi dati disordinati possono facilmente essere rimessi insieme per tracciare un profilo dettagliato, è un altro discorso.
Se ne stanno accorgendo gli utenti statunitensi, che hanno visto emergere dai vari profili informazioni "imbarazzanti" o addirittura lesive della reputazione. Basta infatti un "Like" dato con leggerezza per ritrovarsi tra i risultati della ricerca "persone che lavorano in quell'azienda a cui piace il razzismo" o nella lista di "persone sposate cui piacciono le prostitute". Se sul profilo di Facebook sono rese pubbliche età, sesso, città, religione, o si è taggati in immagini o note, si rischia di apparire nei risultati di ricerca di altri utenti Grap Search.
Non a caso, nella pagina di presentazione del servizio agli utenti italiani, Facebook si affanna a dichiarare che "con la ricerca tra le connessioni di Facebook le persone possono esplorare il sito in un modo tutto nuovo. I risultati ottenuti con questo strumento sono diversi per ogni persona e si basano su cosa hai condiviso con ciascuno. Le tue impostazioni della privacy determinano cosa vedono i tuoi amici quando effettuano una ricerca".
Comunque sia, Graph Search sta arrivando e ogni utente dovrebbe subito fare un salto sulla pagina delle impostazioni di privacy e decidere cosa condividere e con chi.
Il nuovo strumento dovrà poi vedersela con l'Autorità garante per la protezione dei dati personali. Qualche giorno fa il Garante è intervenuto pesantemente sulla profilazione dei clienti, ritenendo "non è lecita una nuova modalità di profilazione dei propri clienti proposta da una società di telecomunicazioni basata sul monitoraggio della loro navigazione Internet".
Ha scritto il Garante: "…L'analisi dei dati non potrà scendere a livelli di dettaglio eccessivi, ma dovrà limitarsi a creare gruppi di profilazione basati su macrocategorie di consumo (ad es. film d'azione, commedie…) e con un periodo di analisi non inferiore alla settimana. I dati sensibili – come i gusti sessuali o gli orientamenti politici del cliente – potranno essere usati solo se strettamente connessi a uno specifico bene o prodotto richiesto dall'utente e comunque solo dopo aver ottenuto il consenso scritto dell'interessato e la specifica autorizzazione dell'Autorità".
Zuckerberg è avvisato.