Bungie si sarebbe auto-sabotata per far fallire Destiny 2: l'eclissi

L'ex Community Manager di Bungie rivela: i dirigenti "volevano" il fallimento dell'espansione l'eclissi di Destiny 2. Cosa è successo dietro le quinte?

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a cura di Andrea Maiellano

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All'interno della community di Destiny 2, la controversa espansione l'eclissi continua a far discutere la community anche a due anni dal suo lancio. Le recenti dichiarazioni di Liana Ruppert, ex Community Manager di Bungie licenziata nell'ottobre 2023, gettano una nuova e inquietante luce su quello che molti considerano uno dei capitoli più deludenti della saga. Secondo Ruppert, il fallimento dell'espansione non sarebbe stato solo il risultato di problemi di sviluppo, ma potrebbe essere stato addirittura orchestrato dai vertici dell'azienda, suggerendo l'esistenza di profonde fratture interne che hanno compromesso il potenziale del progetto.

Dietro le quinte di un fallimento annunciato

L'espansione l'eclissi, rilasciata nel febbraio 2023, ha rapidamente guadagnato la reputazione di punto più basso nella storia di Destiny 2. Giocatori e critici hanno unanimemente stroncato la narrazione confusa e il villain poco convincente, elementi che hanno contribuito a un crollo verticale nel numero di utenti attivi. Questo calo drastico non è rimasto senza conseguenze: Destiny 2 ha mancato gli obiettivi di ricavo previsti da Bungie per quasi il 50%, innescando una dolorosa ondata di licenziamenti che ha colpito circa 100 dipendenti, tra cui sviluppatori di lunga data.

La Ruppert ha scelto il secondo anniversario dell'espansione per rivelare su X una serie di dettagli inquietanti sulle dinamiche interne. "Peccato che i dirigenti volessero che fallisse, c'erano così tanti elementi di Lightfall che avrebbero potuto essere monumentali se i team fossero stati supportati adeguatamente", ha scritto l'ex dipendente. "Sono ancora orgogliosa di tutti coloro che ne hanno fatto parte. Volteggiare come un Titano scimmiotando Spider-Man rimane un'esperienza incredibile."

Potenziale sprecato e conflitti interni

Sebbene la Ruppert non abbia approfondito le sue affermazioni, le sue parole suggeriscono l'esistenza di significativi conflitti interni tra il team di sviluppo e i vertici aziendali. La mancanza di un adeguato supporto dirigenziale potrebbe spiegare perché, nonostante le premesse ambiziose, l'eclissi sia apparsa ai giocatori come un'espansione incompleta e affrettata, incapace di soddisfare le aspettative della community che attendeva un capitolo all'altezza della saga.

Una leadership che non crede nel proprio prodotto è destinata a fallire.

Questa non è la prima volta che la Ruppert condivide dettagli dal dietro le quinte di Bungie. In precedenti occasioni, l'ex Community Manager aveva parlato delle difficili condizioni di lavoro durante lo sviluppo di La Forma Ultima citando episodi di "crunch" intensivo, e aveva anche rivelato le ambizioni non realizzate del team per implementare un sistema di alloggi per i giocatori, funzionalità che non ha mai visto la luce.

Le domande senza risposta

Le rivelazioni di Ruppert sollevano interrogativi fondamentali sulla cultura aziendale di Bungie e sulle decisioni strategiche prese dai vertici. Perché i dirigenti avrebbero dovuto desiderare il fallimento di un prodotto della propria azienda? Quali conflitti interni hanno compromesso lo sviluppo dell'espansione? E soprattutto, quali lezioni sono state apprese in vista del futuro della saga?

Mentre Bungie continua il suo tumultuoso percorso sotto l'ala di Sony, che ha acquisito lo studio nel 2022, queste domande rimangono senza una risposta ufficiale. La community di Destiny, tuttavia, ora guarda con occhi diversi a quel capitolo controverso, chiedendosi cosa sarebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente dietro le quinte.

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