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a cura di Elena Re Garbagnati

Mercurio, il pianeta più vicino a Sole e meno esplorato del Sistema Solare interno, non è certo un mondo in cui sarebbe piacevole andare a vivere. Tuttavia conoscerlo meglio è fondamentale per rispondere alle domande sulla formazione dell'Universo, sull'origine e sull'evoluzione della vita nel Sistema Solare e altrove. È per questo che l'Agenzia Spaziale Europea e quella giapponese (ESA e JAXA, rispettivamente) hanno progettato e programmato la missione congiunta Bepi Colombo, che prevede il lancio delle due sonde orbitanti ESA Mercury Planetary Orbiter e JAXA Mercury Magnetospheric Orbiter. L'obiettivo è quello di studiare e capire la composizione, la geofisica, l'atmosfera, la magnetosfera e la storia di Mercurio.

Il lancio è stato pianificato alle 03:45 ora italiana del 19 ottobre 2018. In caso di inconvenienti la finestra di lancio rimarrà aperta fino al 29 novembre. Il lancio verrà operato a bordo di un razzo Ariane 5 dallo spazioporto europeo di Kourou. Il primo sorvolo di Mercurio è previsto a soli tre anni dal lancio.

Mercury Magnetospheric Orbiter preparations

Crediti: ESA - S. Corvaja

Dall'arrivo nella Guyana francese a maggio sono stati completati alcuni preparativi essenziali, fra cui la disposizione delle coperte protettive, il controllo, riempimento e pressurizzazione dei serbatoi di xeno e azoto, e attualmente sono in corso le installazioni finali dei pannelli solari. Contemporaneamente sono iniziate le simulazioni per le operazioni chiave presso il centro operativo dell'ESA a Darmstadt, in Germania.

Per sapere tutto sulla missione BepiColombo leggete il nostro approfondimento Destinazione Mercurio, tutti i segreti della tecnologia italiana

Una volta indirizzate nelle loro orbite finali, le due sonde scientifiche effettueranno misurazioni complementari di Mercurio e del suo ambiente, compresa l'analisi della sua composizione interna, l'interazione con il vento solare, e altro.

Questa missione è particolarmente importante per l'Italia perché molti degli strumenti scientifici sono stati progettati e/o realizzati nel Belpaese. Il Mercury Planetary Orbiter è stato assemblato dalla torinese Thales Alenia Space e avrà il compito di analizzare la superficie e la composizione e l'interno del pianeta, facendo uso dei due strumenti ottici PHEBUS e SIMBIO-SYS. Del primo l'Italia ha curato solo la calibrazione degli strumenti ultravioletti, mentre SIMBIO-SYS nasce da un'idea italiana ed è di realizzazione nazionale.

Loading the MTM with xenon

Crediti: ESA-B. Guillaume

A suo tempo il professore Enrico Flamini dell'ASI, che è il Principal Investigator per SIMBIO-SYS, ci aveva spiegato che si tratta di "una suite di tre strumenti: una fotocamera ad alta risoluzione, una fotocamera stereo e uno spettrometro a infrarossi. Si tratta di un oggetto complesso miniaturizzato, con i tre strumenti montati insieme su un unico supporto meccanico, che ha poi un'elettronica che serve a gestire il tutto e che comunica a sua volta con il satellite. In Italia sono stati sviluppati tutti i canali ottici, e la parte termomeccanica, oltre all'assemblaggio e ai test di collaudo". La parte elettronica invece è stata di competenza francese.

"Noi italiani avremo a bordo in tutto quattro strumenti degli 11 di BepiColombo. Il secondo è ISA (Italian Spring Accelerometer), un accelerometro sensibilissimo capace di misurare i milionesimi di accelerazione. È stato sviluppato su idea originale del ricercatore italiano Valerio Iafolla dell'INAF di Roma e totalmente sviluppato in Italia. Lavorerà insieme a un altro strumento sempre italiano che si chiama MORE, che utilizza le onde radio per determinare con estrema accuratezza la posizione e lo spostamento nel tempo del satellite con una precisione sufficiente per osservare anche effetti dovuti alla relatività generale oltre che al campo gravitazionale del Pianeta stesso.

Mercury Transfer Module preparations

Crediti: ESA - S. Corvaja

Lavorando insieme questi due strumenti riusciranno a fare una mappatura accuratissima del campo gravitazionale. Da quest'ultimo si potrà poi risalire in maniera molto precisa a com'è fatto l'interno del Pianeta, com'è fatto il nucleo, quanto pesa e via dicendo". Si tratta di un fiore all'occhiello per l'Italia, "uno strumento estremamente potente e perfettamente funzionante che nel mondo siamo in grado di fare solo noi in Italia e in parte i nostri amici del JPL di Pasadena con cui collaboriamo in maniera costante".

In ultimo, "BepiColombo ha a bordo Serena, altro strumento italiano il cui Principal Investigator è Stefano Assini dell'INAF di Roma. Misura gli atomi energetici sia neutri che ionizzati, che vengono sia dal vento solare sia che rimbalzano dalla superficie di Mercurio verso l'esterno. In questo modo avremo un'informazione estremamente importante su come la superficie di Mercuiro sia alterata dal bombardamento degli atomi degli ioni del vento solare".

Mercury Transfer Module solar wing inspection node full image 2

Crediti: ESA


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