L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria su Enel riguardante le sue pratiche commerciali dopo aver ricevuto oltre 600 denunce da singoli consumatori e microimprese. Queste denunce lamentano un significativo aumento delle bollette di luce e gas senza una comunicazione preventiva adeguata da parte di Enel.
Gli aumenti sono stati applicati a scadenze del contratto ed Enel avrebbe avvisato tramite email. Tuttavia molti spiegano che quelle email - non le altre di Enel - sono finite nella cartella dello Spam. Chi non le ha viste per tempo non ha potuto opporsi all’aumento e disdire per tempo il contratto.
L'AGCM sospetta che Enel abbia deliberatamente confezionato le email in modo che fossero interpretate come messaggi promozionali anziché come documenti importanti riguardanti il contratto di fornitura. Una pratica che, se confermata, potrebbe portare a una sanzione verso l’azienda - ma difficilmente sarebbe una sanzione abbastanza alta da rappresentare un deterrente per illeciti futuri.
Prima di tutto bisognerà dimostrare che c’è stato veramente un atto doloso con l’obiettivo di nascondere la comunicazione ai consumatori, affinché non potessero esercitare il loro diritto. E già sarà una cosa particolarmente difficile.
Ammesso e non concesso che si riesca a dimostrare la colpevolezza di Enel, però, torniamo all’ormai storica questione delle sanzioni troppo basse. Finché le aziende possono assorbire le multe come costi operativi sostenibili, potranno continuare a danneggiare consumatori e concorrenti senza pensarci due volte.
Un’autorità antitrust come AGCM non può certo comminare sanzioni superiori a quelle previste ed è per questo necessario che siano Governo e Commissione Europea ad attivarsi in questo senso.