Elon Musk non è mai soddisfatto dei traguardi raggiunti e guarda sempre oltre. Così il miliardario dopo aver sviluppato la prima automobile a guida (semi) autonoma, la Tesla, e aver dato un impulso decisivo all'esplorazione spaziale con la sua azienda Space X, sta ora per intraprendere un nuovo e se possibile ancora più estremo progetto: lo sviluppo di una tecnologia atta a connettere il cervello ai computer, attraverso la fondazione di una nuova startup, Neuralink.
Secondo quanto riportato dall'autorevole Wall Street Journal, Neuralink sarà finanziata interamente da Musk o dal suo fondo. Il progetto comunque è già in fase avanzata di sviluppo e anzi sarebbero già state assunte le prime tre figure di spicco, Vanessa Tolosa, ingegnere presso il Lawrence Livermore National Laboratory ed esperta di elettrodi flessibili; Philip Sabes, professore presso l'Università della California a San Francisco, che studia come il cervello controlla il movimento, e Timothy Gardner, professore all'Università di Boston noto per impiantare piccoli elettrodi nei cervelli dei fringuelli al fine di comprendere il modo in cui gli uccelli cantano.
Ovviamente questo tipo di studi non rappresenta una novità in sé: da almeno un decennio infatti sono in molti ad aver sviluppato interfacce tra cervello e computer. BrainGate ad esempio consente alle persone paralizzate di interagire con l'ambiente esterno, mentre più recentemente non sono infrequenti tecnologie che consentono di controllare da remoto il movimento di insetti o piccoli animali.
L'intenzione di Musk tuttavia è come sempre diversa e più avanzata: riuscire a curare malattie come il Parkinson o la depressione, regolando tramite degli elettrodi l'attività elettrica del cervello. L'ispirazione di Musk però proviene dai libri di Iain M. Banks, uno dei più importanti scrittori di fantascienza degli ultimi decenni. Nel suo ciclo della Cultura Banks immagina un cosiddetto "cavo neurale", in grado di connettere cervello e computer al fine di effettuare il backup delle nostre strutture di pensiero, rendendoci di fatto immortali.
Come poi ricorderete questa idea non è nuova e attraversa un po' tutto l'immaginario fantascientifico, da Ghost In The Shell, in cui i cervelli cyborg sono connessi alla rete e hackerabili, a eXsistenZ di David Cronenberg, in cui interfacce organiche sintetiche sono utilizzate per collegarsi a un videogioco, fino ad Avalon, misconosciuto film live action di Mamoru Oshii, in cui le persone vivono connesse all'interno di una realtà alternativa attraverso una soluzione simile.
Non sappiamo se Musk immagini prima o poi di raggiungere qualcosa di simile, né al momento è possibile dire se i benefici supererebbero i rischi o viceversa. Il patron di Tesla e Space X comunque ha dichiarato recentemente a Vanity Fair che secondo lui un'interfaccia parziale tra computer e cervello in grado di ottenere risultati significativi non dista da noi più di tre o quattro anni. Siete pronti per il futuro?