Vi abbiamo più volte riportato i differenti punti di vista delle banche centrali e delle istituzioni di vari stati in merito a Bitcoin e criptovalute in generale. La posizione prevalente sembra quella della prudenza e della necessità di investire nelle CBDB, adottata da Cina, Svezia e Giappone. La scelta di El Salvador è radicale e non ha precedenti. Cosa comporta?
La Repubblica di El Salvador è uno Stato dell'America centrale e, anche se è il meno esteso, è il più densamente popolato dell'area. Dal 1980 al 1992 fu teatro di una sanguinosa guerra civile, vinta dalle forze insurrezionali del FMLN che successivamente avviarono un processo di pacificazione, democratizzazione, industrializzazione e di diversificazione dell'economia del Paese. Dal 2019 è governato dal presidente indipendente di centrodestra Nayib Bukele, che ha accelerato una liberalizzazione del mercato e un processo di turistificazione delle aree costiere.
Proprio le liberalizzazioni, fortemente volute dal FMI e dagli Stati Uniti, hanno spinto El Salvador in una profonda crisi economica - tale da costringere lo stato ad abbandonare la sua valuta nazionale, il colon salvadoregno, in favore dei dollari americani. Pochi giorni fa Nayib Bukele ha rotto gli indugi e ha annunciato su Twitter: "Il congresso salvadoregno ha approvato a larga maggioranza la legge sui Bitcoin". Significa che, oltre al dollaro, l'altra valuta ufficiale di El Salvador sarà il Bitcoin. "La criptovaluta porterà inclusione finanziaria, investimenti, turismo, innovazione e sviluppo economico per il nostro Paese" ha dichiarato poco dopo. Stando a un altro tweet, El Salvador potrebbe usare l'energia geotermica per alimentare le mining pool che ospiterà in futuro.
I rischi e le incognite di questa scelta sono numerosi, come prontamente riferito dal FMI ed è stata anche contestata da Trump. Nel frattempo i Bitcoin e i relativi asset hanno ricevuto un balzo del +13% a seguito dell'annuncio.
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