Ecco una questione hi-tech dove l'Europa è avanti di anni sugli USA

A differenza di quanto accade in Italia, negli Stati Uniti le connessioni casalinghe hanno ancora un limite di dati utilizzabili.

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a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

In Italia siamo abituati ormai da diverso tempo ad avere tariffe con "dati illimitati", quantomeno quando si parla della connessione di casa. La situazione però non è la stessa in tutto il mondo: negli Stati Uniti la situazione è decisamente diversa, con ancora molti provider che impongono ai propri clienti un limite di dati oltre il quale la connessione viene rallentata o, peggio, completamente disabilitata.

Il problema inizia a farsi sentire parecchio oltre oceano, soprattutto considerando che, secondo un report di OpenVault, l'uso di dati mensile per abitazione è passato da 9GB nel 2010 a 587GB nel 2023, un aumento del 6.422%. Per questo motivo, la Federal Communications Commission (FCC) ha deciso di intervenire e iniziare a raccogliere dati per capire perché gli operatori si comportano in questo modo; l'obiettivo è capire perché (e se) questi limiti di dati sono necessari e assicurarsi che in futuro non limitino l'accesso ai servizi per i cittadini.

La FCC ha inoltre richiesto feedback direttamente ai cittadini, chiedendogli di raccontare come queste limitazioni influiscano sull'uso di internet e sulle abitudini quotidiane. Il capo della commissione Jessica Rosenworcel ha dichiarato: "Ora che usciamo dalla pandemia, ci sono molte lezioni da imparare su cosa ha funzionato e cosa no, specialmente riguardo quello che serve per rimanere connessi. Quando abbiamo bisogno di accedere a internet non pensiamo a quanti dati servono per completare quello che stiamo facendo, sappiamo solo che dobbiamo portare a termine un lavoro. È ora che la FCC valuti nuovamente come le limitazioni di dati impattano i consumatori e la concorrenza."

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