Il Tribunale di Milano ha stabilito l'annullamento del bando redatto da Mediapro. La detentrice dei diritti TV del Calcio di Serie A per il prossimo triennio aveva formulato una proposta che avrebbe provocato "effetti distorsivi e gravi squilibri di mercato" e avrebbe danneggiato "i singoli operatori dell'informazione interessati in ragione della notevole influenza sull'acquisizione (e perdita) di quote di mercato che l'esito della gara produrrebbe sull'uno o l'altro dei protagonisti della vicenda".
Sky, che per prima ad aprile si era rivolta ai giudici ottenendo la sospensione del bando, ha ottenuto un'altra vittoria importante.
Nello specifico è stata contestata l'offerta che prevedeva pacchetti pre-confezionati con pre, post partita e telecronache realizzate da Mediapro. La leggitima libertà degli operatori sarebbe stata pagata a caro prezzo. Una linea che anche i giudici hanno ritenuto scorretta.
"La decisione del Tribunale ha confermato che era necessaria una verifica, facendo chiarezza a beneficio di tutti i partecipanti e creando i presupposti per la definizione della procedura di assegnazione dei diritti 2018-21 della serie A", si legge nella nota della pay-TV. In ogni caso si dichiara "pronta come sempre a fare la sua parte con un'importante offerta che possa dare certezza a tutti gli appassionati e allo stesso tempo garantire il futuro dei club e di tutto il sistema calcio".
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A questo punto lo scenario si complica per la società catalana. Si è aggiudicata i diritti con 1,05 miliardi di euro a stagione, ma adesso è costretta a correggere l'intera strategia per di più con la spada di Damocle della fideiussione miliardaria a garanzia del contratto - la scadenza è tra due settimane.
Insomma, a tre mesi dall'avvio del campionato - che inizia per di più il 19 agosto, non è ancora prevista copertura televisiva e quindi introiti per il settore.
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Per sbloccare la situazione ci vorrà un nuovo bando, totalmente riscritto, oppure puntare sul canale della Lega Calcio che però è già stato bocciato dall'Antitrust. Ultima possibilità quella di sganciarsi totalmente dal business poiché come semplici intermediari, senza l'apporto redazionale, probabilmente non sarebbero in grado di rientrare della cifra versata.
In ogni caso Mediapro farà ricorso, ma non è chiaro quante possibilità abbia per capovolgere la sentenza del Tribunale di Milano.