Il primo meeting di DDEX è stato fissato per il 23/25 maggio. “Speriamo di standardizzare le operazioni di scambio informativo, un po’ come hanno fatto le società di credito molti anni fa”, ha dichiarato Chris Amenita, senior vice-presidente di ASCAP. All’orizzonte, però, si profila già un pericoloso scoglio: l’interoperabilità. Le vendite della musica online rappresentano il 6% dell’intero segmento, ma Apple iTunes domina con una share di mercato del 90% (esclusi i servizi ad abbonamento come RealNetworks Rhapsody). Se il gigante statunitense non dovesse accettare di condividere il suo standard, o subire i sistemi altrui, tutte le grandi prospettive potrebbero sciogliersi come neve al Sole.
Apple ha già rifiutato di rendere disponibile il suo DRM per permettere ai player concorrenti di riprodurre le sue tracce AAC. Inoltre, dopo la recente vittoria nei confronti del major stesse, che avrebbero voluto far aumentare le sue tariffe per rinforzare le entrate provenienti dalle royalty, dimostra che il rapporto di forza è ancora a favore dell’azienda della mela. iTunes continua a dominare il mercato, difende con i denti il suo sistema proprietario e gioca abilmente i suoi punti politici nel braccio di ferro con l’industria discografica. Se DDEX prenderà il volo lo farà solo ed esclusivamente con le condizioni dettate dalla cabina-regia di Cupertino.