Anche in questo racconto di Ray Bradbury l'abitazione autonoma ha un ruolo centrale. Pubblicato nel 1950, mette in scena un'entità chiamata "Happylife Home" che cucina, pulisce e accudisce la famiglia. La sua funzione più importante è una stanza a realtà virtuale chiamata "nursery", che intrattiene i bambini con visioni della savana africana.
A una certo punto i genitori cominciano a sospettare che qualcosa non stia andando come dovrebbe, specialmente quando i bambini cominciano a mostrare una certa ossessione per la nursery, e sembrano non riuscire più a distinguere tra la falsa savana e il mondo reale.