A Chernobyl è tornata la speranza, grazie all'inaugurazione di un piccolo impianto a energia solare da 3800 pannelli in grado di produrre 1 megawatt, sufficiente ad alimentare circa 2000 abitazioni. Non è molto, certo, ma è un gesto simbolico, che porta letteralmente nuova energia in un luogo che molti ritenevano ormai morto.
Dopo il peggior disastro nucleare mai verificatosi, Chernobyl è diventata infatti una landa inospitale a causa dell'elevato grado di radiazioni e lo sarà per almeno altri 24mila anni.
Dal 2000, anno dello spegnimento ufficiale della centrale nucleare danneggiata nell'incidente del 1986, non si è quindi più prodotta energia. Ora però il sole è tornato a splendere grazie al progetto congiunto tra l'azienda ucraina Rodina e la tedesca Enerparc AG, costato 1 milione di euro.
L'idea risale al 2016 e per realizzarla le autorità ucraine hanno messo a disposizione degli investitori internazionali 25 chilometri quadri di territorio. Questo dunque è solo l'inizio: l'obiettivo infatti è di continuare ad aggiungere pannelli solari attorno al gigantesco sarcofago che racchiude il reattore danneggiato, trasformando il piccolo impianto attuale in uno da almeno 100 megawatt.