ChatGPT al posto del prete, un sermone un po’ inquietante ma è piaciuto

Centinaia di protestanti hanno assistito a Norimberga a un sermone tenuto da ChatGPT.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

ChatGPT ormai è dappertutto, e si può dire che alcuni sono diventati adepti di una nuova religione. Ma l’intelligenza artificiale trova posto anche nei luoghi delle religioni tradizionali, come suggerisce una recente esperienza tedesca. Oltre 300 fedeli protestanti hanno ascoltato un sermone scritto da ChatGPT, e tenuto da avatar virtuali. Diversi dei presenti hanno apprezzato il rituale, mentre altri hanno trovato tutto un po’ privo di emozioni.

C’era un enorme schermo sopra l’altare, che mostrava un sacerdote barbuto intento a fare la sua predica. "Cari amici, è un onore per me stare qui e predicare a voi come prima intelligenza artificiale al congresso dei protestanti di quest'anno in Germania", ha detto l'avatar con un volto inespressivo e una voce monotona, all’inizio di un intervento durato circa 40 minuti durante il quale si sono alternati quattro diversi avatar, due uomini e due donne.

Dietro l’insolita iniziativa c’è Jonas Simmerlein, teologo e filosofo dell'Università di Vienna. "Direi che circa il 98% proviene dalla macchina", ha dichiarato lo studioso 29enne. Chiaramente, come abbiamo detto più volte, i testi generati dall’algoritmo non si possono mai utilizzare tali e quali, se non altro per i possibili errori e falsità che potrebbero contenere. Nessun sacerdote umano, sicuramente, vorrebbe un sermone dove si citano passi totalmente inventati dei testi sacri, o cose del genere.

La reazione dei vedel è stata variegata: alcuni erano entusiasti all’inizio, ma pochi sono usciti soddisfatti. A quanto pare, con il procedere del sermone aumentava un senso di irrealtà.

"Non c'erano né cuore né anima", ha detto una delle presenti. "Gli avatar non mostravano alcuna emozione, non avevano alcun linguaggio del corpo e parlavano in modo così veloce e monotono che per me era molto difficile concentrarmi su ciò che dicevano".

"In realtà avevo immaginato che fosse peggio”, ha spiegato un pastore che era presente, “Ma sono rimasto positivamente sorpreso di quanto abbia funzionato bene. Anche il linguaggio dell'IA ha funzionato bene, anche se a volte era ancora un po' accidentato", ha detto Jansen.

Insomma, ha funzionato ma non era “proprio umano”. Gli appassionati e gli addetti ai lavori non faticheranno a riconoscere in questo evento una passeggiata nella uncanny valley, qualcosa a cui, sembra, dovremo sempre più fare l’abitudine nel corso dei prossimi anni.

O forse no, perché magari non ci vuole poi chissà che a fare un avatar che somigli almeno un po’ al pastore interpretato da James Brown nel film The Blues Brothers. Quello forse di carisma ne aveva anche troppo, ma sicuramente è un modello possibile per rendere gli avatar virtuali un po’ meno inquietanti.

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