Brexit, un cavo sottomarino per aggirare il Regno Unito

La Brexit accelera il progetto del cavo sottomarino tra Irlanda e Francia, per trasportare energia elettrica e dati ad alta velocità aggirando il Regno Unito. Il Celtic Interconnector sarà pronto nel 2020.

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a cura di Pino Bruno

Tutta colpa - anzi merito - della Brexit. L'imminente uscita del Regno Unito dall'Unione Europea sta accelerando il progetto Celtica Interconnector, cioè la posa di cavi sottomarini tra l'Irlanda e la Francia, per eliminare la dipendenza di Dublino da Londra per l'energia elettrica e la connessione dati.

Alta tensione (elettrica) e fibra ottica. E, ovviamente, anche un po' di tensione politica tra i due paesi. D'altro canto la Brexit se la sono cercata i sudditi di Sua Maestà e Bruxelles non poteva permettere che l'Irlanda rimanesse isolata dal continente. Così qualche settimana fa la UE ha stanziato 4 milioni di euro per la realizzazione del progetto. I lavori dovrebbero cominciare l'anno prossimo per concludersi nel 2020.     

Celtic Interconnector

L'idea di una linea elettrica ad alta tensione e di un cavo per la fibra ottica tra l'Irlanda e la Francia non è nuova. Il progetto è stato lanciato nel 2015 dai gestori EirGrid (irlandese) e RTE (francese) ma ha sonnecchiato fino alla Brexit per ripartire con nuovo slancio in questi giorni. C'è la volontà del governo irlandese di limitare la dipendenza dal Regno Unito per energia e ultrabanda e, adesso, anche quella dell'Europa per rafforzare le reti di energia e trasmissione dati.

Celtic Interconnector sarà un cavo sottomarino di 600 chilometri, tra la costa meridionale dell'Irlanda e la quella a nord-ovest della Francia. I vantaggi sono indubbi. Dublino potrà importare dall'area euro 700 MW (megawatt) di elettricità con costi più vantaggiosi, per alimentare circa 450.000 abitazioni e uffici oltre che disporre di un collegamento di comunicazione in fibra ottica diretto con il resto dell'Unione.

Dal 2014 l'Europa si propone di sostenere attivamente lo sviluppo delle interconnessioni energetiche tra i diversi paesi e le diverse aree dell'Unione. L'obiettivo è migliorare la rete energetica dei territori, ma anche consentire un migliore flusso di energia rinnovabile e avere il controllo diretto delle reti di telecomunicazione a banda ultralarga. E il Regno Unito? Perderà anche questo business.

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