Il cifrario di Vernan

La società umana trova tra i propri fondamenti il segreto, cioè l'informazione che alcuni controllano ed è esclusa ad altri. Per assicurarsi che questa colonna non crolli abbiamo inventato mezzi sempre più sofisticati per rendere i nostri messaggi illeggibili agli altri.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il cifrario di Vernan

Prima di arrivare alla Seconda Guerra Mondiale è doveroso ricordare il cifrario di Vernam: brevettato nel 1919, è il primo sistema che prevede la generazione di una chiave casuale, proprio come fanno i moderni software per gestire le password. Si tratta di una chiave, inoltre, lunga quanto l'intero testo. Le due informazioni (testo e chiave) vengono poi "fusi" con un'operazione logica XOR, per un risultato molto solido. Tanto solido che Claude Shannon, nome famosissimo nella Storia dell'Informatica, affermò che ogni cifrario di Vernam è un cifrario teoricamente sicuro, e viceversa.

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Immagine: cryptomuseum.com

Il problema è che la chiave di decrittazione va comunicata preventivamente al destinatario. E va comunicata in modo sicuro. Di fatto, non si fa che spostare il problema senza risolverlo davvero. Il metodo di Vernam fu comunque molto usato per tutto il XX secolo; nelle sue applicazioni più recenti sono macchine a occuparsi della generazione della chiave e della codifica/decodifica. Il problema della trasmissione sicura della password non sarebbe stato risolto fino al 1977, con l'algoritmo RSA. 

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