A un passo dai computer

La società umana trova tra i propri fondamenti il segreto, cioè l'informazione che alcuni controllano ed è esclusa ad altri. Per assicurarsi che questa colonna non crolli abbiamo inventato mezzi sempre più sofisticati per rendere i nostri messaggi illeggibili agli altri.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

A un passo dai computer

Durante il XIX secolo e agli inizi del XX la crittografia era diventata una risorsa immancabile nelle comunicazioni militari e in quelle diplomatiche. Erano molti i matematici in tutto il mondo impegnati nello sviluppo di nuovi metodi per nascondere i messaggi o, dall'altra parte, a decodificare quei messaggi che si riusciva a intercettare.

L'introduzione delle comunicazioni radio, poi, rese molto più pressante il bisogno di crittografia: dato che chiunque poteva ascoltare una frequenza radio, era imperativo far sì che i messaggi fossero molto difficili (si sperava impossibili) da comprendere.

Nel 1802 Thomas Jefferson, da poco eletto presidente USA, decise di introdurre il cifrario a trasposizione sviluppato da Robert Pattinson. Lo stesso Jefferson, curiosamente, aveva sviluppato un proprio sistema basato su un cilindro che era più sicuro del sistema che poi scelse. Tant'è che il wheel cipher di Tomas Jefferson fu introdotto nell'esercito USA nel 1917 e restò in uso fino al 1943, quindi per 26 anni.  

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Un cifrario di Jefferson (cryptomuseum.com)

Nel 1854, in Gran Bretagna, Lyon Playfair mostrò l'omonimo cifrario, che era però stato sviluppato da Sir. Charles Whatsone. Il Playfair Cipher è un cifrario poligrafico con una matrice 5x5; le lettere vengono sostituite a coppie con un sistema piuttosto complesso. La difficoltà della decodifica dipende in buona parte dalla complessità della parola chiave scelta, ma la struttura della matrice non è delle più resistenti.

Il cifrario di Delastelle risale invece al 1901 e sfrutta gli stessi meccanismi già citati da Polibio, a cui aggiunge complessità. Il testo originale viene scomposto in gruppi di cinque lettere, e a ognuna di esse è assegnata una coppia di numeri derivata dalla tabella. La serie di numeri risultante viene convertita nuovamente, usando di nuovo la tabella. Ammette alcune varianti e l'uso di una password.

Verso la fine delle ostilità, il 5 marzo 1918, i militari tedeschi introdussero il cifrario noto come cifra campale germanica. Anche in questo caso abbiamo una tabella (5x5 prima, 6x6 in un secondo momento). È noto anche come cifrario ADFMX, perché prediligeva proprio queste lettere per garantire una ricetrasmissione telegrafica chiara.

Il cifrario di Delastelle, quello Playfair e la cifra campale germanica furono tutti usati durante la Prima Guerra Mondiale. Questo conflitto servì in effetti per dimostrare a tutti l'importanza fondamentale della crittografia, anticipandone il ruolo cruciale nella Seconda Guerra Mondiale. 

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