Breve storia della crittografia

La società umana trova tra i propri fondamenti il segreto, cioè l'informazione che alcuni controllano ed è esclusa ad altri. Per assicurarsi che questa colonna non crolli abbiamo inventato mezzi sempre più sofisticati per rendere i nostri messaggi illeggibili agli altri.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Introduzione

Negli ultimi anni il tema della crittografia ha occupato spesso le pagine di Tom's Hardware, e qualche volta anche quelle di testate non specializzate in tecnologia. Se ne è parlato quando una delle grandi aziende hi-tech ha introdotto un nuovo "livello di protezione", come Google in Gmail o WhatsApp, ma anche per notizie meno simpatiche, come lo scandalo del datagate o la recente querelle legale tra Apple e il governo USA, FBI in particolare.

apple vs fbi encryption case timeline

In molti quindi hanno sentito, anche frequentemente, il termine crittografia. Non tutti sanno però che ognuno di noi la usa ogni giorno, anche nelle attività più semplici. Persino la più innocua delle comunicazioni elettroniche, come l'email o i messaggi WhatsApp, usa un complesso sistema matematico per evitare che il messaggio sia facilmente spiato. E naturalmente ci sono gli acquisti online, il web banking e altre operazioni molto più delicate. Fare qualcosa con il computer o lo smartphone, quasi certamente implica un certo tipo di crittografia.

Leggi anche: Apple, privacy ed FBI: domande e risposte

Ad alcuni può sembrare una parola difficile, ma è il manifestarsi concreto di un bisogno molto antico. Da sempre infatti l'Essere Umano ha vissuto in società in cui certe informazioni erano precluse ad alcuni, dove due interlocutori volevano scambiarsi messaggi senza che un terzo lo venisse a sapere o lo potesse comprendere. In moltissime situazioni, la sopravvivenza di uno dipende dall'ignoranza dell'altro.

Il bisogno di segretezza sembra quindi innato nell'essere umano, e la moderna crittografia ne è una semplice manifestazione.

La crittografia moderna è un complesso sistema matematico che si è evoluto nel corso dei secoli, ma l'idea di fondo non è mai cambiata: prendere il messaggio (tipo quella certa fotografia che volete far vedere solo a una certa persona) e renderlo illeggibile o insensato per tutti tranne che per il destinatario. Oggi il lavoro lo fanno i chip elettronici, applicando procedure matematiche incredibilmente complesse.

Leggi anche: WhatsApp con crittografia end-to-end: protegge la privacy o i criminali?

A pensarci bene, è incredibile che un processo tanto complesso avvenga decine di volte al giorno proprio sotto il nostro naso senza che ce ne rendiamo conto. Noi ci limitiamo a scrivere qualcosa sulla tastiera, magari a scattare una fotografia, e a inviare. Quel messaggio viene praticamente distrutto, trasformato in un codice indecifrabile (in teoria) e inviato al destinatario. Quest'ultimo lo riceve, lo decodifica e può leggerlo. Il tutto nell'arco di qualche secondo. Impressionante!

La crittografia di fatto oggi rende possibile le nostre vite, anche di quelle persone che usano pochissimo gli strumenti digitali. Basta avere un conto corrente o essere intestatari di un'utenza domestica affinché le nostre informazioni personali siano affidate a questo tipo di protezione. Ma non è una cosa nata ieri, anzi ha una storia molto lunga. Ve la proponiamo in forma ultra sintetica, nelle prossime pagine. 

Leggi altri articoli