Bonus mobilità: incentivi per la tutela dell’ambiente e la mobilità sostenibile

Tra le misure introdotte per incentivare forme di mobilità sostenibile, nella speranza che lo spostamento in auto, ove possibile, diventi una scelta residuale, il Governo ha introdotto diversi bonus. I nostri consulenti legali ci spiegano oggi chi può richiederli e come.

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a cura di Redazione Diritto dell’Informatica

La fine del lockdown e la ripresa graduale dell’attività lavorativa comportano che un numero sempre più importante di persone invada le strade per recarsi a lavoro. Nella gestione della c.d. “fase 2” è essenziale contemperare alcune esigenze primarie:
 innanzitutto, la tutela della salute dei lavoratori , e in generale di chi deve spostarsi per i motivi più vari; in secondo luogo, la tutela dell’ambiente, con particolare attenzione alla salubrità dell’aria nei centri urbani a maggiore densità abitativa. Alla luce di queste premesse, le istituzioni si sono adoperate su due fronti: da un lato, hanno cercato di garantire la sicurezza nella fruizione del trasporto pubblico
, con l’adozione di apposite Linee Guida emanate dal Ministero dei Trasporti; dall’altro, hanno previsto delle misure volte a incentivare forme di mobilità sostenibile, nella speranza che lo spostamento in auto, ove possibile, diventi una scelta residuale.

Il D. L.  19 maggio 2020, n. 34 recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” introduce alcuni incentivi volti a incrementare l’utilizzo di mezzi ecologici, alternativi al trasporto pubblico locale.

Tra le misure introdotte, inoltre, c’è anche la possibilità di richiedere alle aziende di trasporto pubblico il rimborso degli abbonamenti non utilizzati durante il periodo di chiusura totale, o attraverso l’emissione di un voucher o attraverso il prolungamento della durata dell’abbonamento.

Il buono mobilità

L’art. 229 del c.d. “D.L. Rilancio”, recante “Misure per incentivare la mobilità sostenibile”, prevede l’erogazione di un “buono mobilità”, che copre il 60% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 500,00 euro, per:

  • l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di “veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica”, quali monopattini, segwayhoverboard e monowheel;
  • l’utilizzo dei “servizi di mobilità condivisa a uso individuale, però con l’espressa esclusione del servizio di car sharing.

Il bonus può essere richiesto da tutte le persone maggiorenni residenti nei capoluoghi di Regione, nelle Città metropolitane, nei capoluoghi di Provincia ovvero nei Comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti. Purtroppo, non è consentito un uso promiscuo del bonus: il buono, infatti, può essere utilizzato una sola volta, per l’acquisto di un mezzo o, alternativamente, per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa.

L’incentivo economico avrà efficacia retroattiva: vale a dire che coprirà, in maniera parziale, tutte le spese sostenute dal 4 maggio 2020, giorno di inizio della “Fase 2”, fino al 31 dicembre 2020, nei limiti dei fondi disponibili.

Conviene approfittare delle disposizioni attualmente in vigore, in quanto dal 1° gennaio 2021 torneranno in vigore le previgenti disposizioni previste dal decreto Clima, in base alle quali sarà necessario rottamare un autoveicolo o un ciclomotore per ottenere il bonus mobilità. Dal 2021, infatti, gli incentivi potranno essere pari a 1.500 euro per ogni autoveicolo rottamato e a 500 euro per ogni ciclomotore.

Non solo incentivi economici

Oltre agli incentivi prettamente economici, il Decreto introduce delle modifiche al Codice della strada volte a favorire l’utilizzo dei velocipedi lungo le strade cittadine.

In particolare, viene aggiunta la definizione di “corsia ciclabile”, porzione della carreggiata, distinta dalla pista ciclabile, che viene delimitata da una striscia bianca discontinua ed è valicabile e ad uso promiscuo, “idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli”.

Ulteriore novità è quella che riguarda la “casa avanzata”, vale a dire una linea d’arresto appositamente pensata per le biciclette, che viene collocata in posizione avanzata rispetto alla linea d’arresto destinata a tutti gli altri veicoli. La nuova formulazione del Codice della strada prevede che, negli incroci dotati di semaforo, “sulla soglia dell’intersezione” possa essere realizzata una casa avanzata, ad almeno 3 metri dalla linea d’arresto degli altri veicoli e accessibile da una apposita corsia laterale riservata alle biciclette. Questa accortezza permette ai ciclisti di sostare ai semafori in una condizione di sicurezza e senza dover inspirare i gas di scarico delle macchine che li precedono.

Come si richiede il bonus?

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito in una nota le modalità da seguire per ottenere il bonus.

Anche se il contributo spetta a chi ha fatto acquisti dal 4 maggio in poi, per il momento non è ancora possibile ottenerlo. Si dovrà avere un po’ di pazienza, insomma, e conservare il “documento giustificativo di spesa”, ovvero la fattura. Questa circostanza è molto importante, in quanto il solo scontrino potrebbe non essere sufficiente per ricevere il proprio bonus: probabilmente il motivo sta nel fatto che la fattura è nominativa e quindi può essere collegata in maniera univoca al soggetto che acquista il bene, mentre lo scontrino è anonimo.

In base al chiarimento del Ministero, una volta effettuato l’acquisto basterà collegarsi, utilizzando le proprie credenziali SPID, all’applicazione web che il Ministero dell’Ambiente sta predisponendo (non è ancora attiva) e inserire il codice identificativo della fattura associata all’acquisto per richiedere il rimborso. L’applicazione dovrebbe essere attiva, si spera, entro la fine di luglio, considerato che la nota del Ministero parla di un termine di 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

Una volta che l’applicazione sarà on-line, dovrebbe essere introdotta anche una procedura più snella e sicuramente più appetibile per gli utenti: invece di effettuare l’acquisto e poi richiedere il rimborso, il “buono mobilità” potrà essere fruito attraverso un buono spesa digitale, che l’utente può reperire direttamente sull’applicazione web. Chi intende usufruire del bonus non deve far altro che indicare sulla piattaforma il mezzo o il servizio che desidera acquistare e la piattaforma genererà un buono spesa elettronico che potrà essere consegnato presso i fornitori autorizzati per acquistare il bene o godere del servizio scelto.

Cosa fare nel caso in cui non si disponga della fattura?

La nota pubblicata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra molto chiara nell’affermare che per ottenere il bonus mobilità è necessario conservare la fattura. Come detto, il possesso del solo scontrino potrebbe non bastare a giustificare la spesa e molti potrebbero perdere il diritto a ricevere l’incentivo economico. Durante l’acquisto, occorre quindi ricordare all’esercente di emettere la fattura e non il semplice scontrino.

Potrebbe darsi che qualche appassionato di biciclette sia corso a fare acquisti prima che la nota del Ministero fosse diramata: in tal caso, converrebbe tornare in negozio e chiedere l’emissione della fattura, magari facendo annullare lo scontrino già emesso.

La situazione di emergenza può portare ad una mobilità più attenta all’ambiente e ai diritti dei ciclisti

Alcune novità introdotte dal Decreto Rilancio fanno davvero ben sperare per la mobilità sostenibile. In particolare, per una mobilità sostenibile da sviluppare sul lungo periodo. Più che all’incentivo economico, ci si riferisce alle modifiche apportate al Codice della strada, le quali dimostrano un maggiore riguardo per gli amanti delle due ruote. La speranza è che, una volta terminato il periodo emergenziale, si continui a promuovere l’utilizzo di biciclette e mezzi di locomozione green, non solo nei centri urbani di medie e grandi dimensioni ma anche nelle realtà più piccole.

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