L'epopea criminale di Walter White ha ormai ottenuto lo status di capolavoro senza tempo, dalla critica e dal pubblico per una volta unanimi. Tutto merito di una scrittura intelligente, stratificata e che colpisce visivamente ogni tipo di spettatore. Una simile risposta la sta avendo Better Call Saul, il prequel incentrato sulle vicende di Saul Goodman prima di diventare l'avvocato dell'ex professore di chimica.
Negli anni di Breaking Bad lo abbiamo apprezzato come una magnifica e insolita comparsa un po' macchiettistica, inusuale ma quanto mai indispensabile per costruire il fascino della serie. Nello show a lui dedicato stiamo apprendendo i retroscena della sua maschera da buffone, in una storia di scontri familiari, gelosie e soprusi lavorativi. Saul, che qui appare ancora con il suo nome di battesimo Jimmy McGill (Bob Odenkirk), è un personaggio con l'innato talento dell'inganno ma imbavagliato - giustamente, potremmo dire - dal sistema sociale e giudiziario statunitense.
Nelle prime due stagioni il focus rimaneva la narrazione del suo passato per costruire un quadro completo sulla sua caratterizzazione. La terza stagione, invece, sembra già partire con l'acceleratore premuto: è in pieno svolgimento il conflitto legale con il fratello maggiore Chuck, più convinto che mai a sbattere Jimmy in prigione e distruggere definitivamente la sua carriera da avvocato. Si prospettano cambiamenti epocali, che probabilmente altereranno definitivamente la struttura dello show. D'altronde, Jimmy sta per diventare Saul Goodman, e il distacco completo dalla famiglia sarà probabilmente il passo fondamentale per la trasformazione.
Sin dalle prime due puntate di questa stagione si possono notare molti collegamenti con la serie madre, come l'assunzione della segretaria Francesca ma soprattutto la comparsa di Gustavo Fring (Giancarlo Esposito), l'antagonista principale di Breaking Bad, come anticipato dai simpatici spot pubblicitari della sua catena fast food Los Pollos Hermanos. Le prossime puntate mostreranno finalmente l'incontro fra lui e il sicario Mike, qui ancora nelle vesti di poliziotto corrotto in pensione. Come si guadagnerà la sua fiducia? Potremo assistere anche alla sua ascesa criminale? Tanti dettagli che non vediamo l'ora di scoprire, sperando anche di conoscere finalmente qualcosa sul passato dell'ex re della droga, appena accennato in alcuni flashback durante la vecchia serie.
Nei due episodi finora usciti già si può ammirare la maturità registica di Vince Gillighan e soci, capaci di riprese virtuose e inusuali partendo da situazioni quotidiane e quasi banali. Un fantastico modo per rendere la visione interessante e assolutamente non pesante, con un ritmo ben tenuto e una scrittura ad altissimi livelli, sia nei logorroici sproloqui di Jimmy che negli interminabili silenzi di Mike, resi alla grande dalla perfetta recitazione di Banks. Interessante inoltre l'approccio scelto nella presentazione di Gus, introdotto come se fosse un personaggio inedito - ma che ovviamente i fan riconosceranno non appena comparirà sullo sfondo - una scelta che non rappresenta un fanservice gratuito, ma che divertirà anche i (pochi) spettatori che non hanno mai visto la serie principale.
L'ovvio consiglio è di recuperare Better Call Soul il prima possibile su Netflix, dove ogni martedì trovate la nuova puntata pronta alla visione. Se siete fan di Breaking Bad è inutile cercare ulteriori motivi, perché come il sottoscritto sarete sicuramente già in attesa delle prossime puntate.