Goldman Sachs ha annunciato l'introduzione di un assistente AI per 10.000 dei suoi dipendenti, come parte di un piano a lungo termine per integrare "impiegati" basati sull'intelligenza artificiale. L'azienda di investimenti globale sta puntando sull'AI per automatizzare alcune attività lavorative.
Secondo quanto riportato da CNBC, il chief information officer Marco Argenti ha spiegato che inizialmente l'assistente AI si occuperà di riassumere e correggere email, oltre a tradurre codice tra diversi linguaggi di programmazione. "Pensate a tutti i compiti che potreste voler completare in relazione a una varietà di casi d'uso per tutte quelle professioni che ora possono essere a portata di mano", ha dichiarato Argenti.
Questa iniziativa si inserisce in un trend più ampio che vede diverse banche come JPMorgan e Morgan Stanley investire sempre più nell'uso di strumenti di intelligenza artificiale. Sebbene presentati come soluzioni per semplificare il lavoro dei dipendenti, questi esperimenti suggeriscono la possibilità futura di sostituire personale umano con l'AI.
Argenti prevede che nel giro di 3-5 anni i modelli AI potrebbero iniziare a sfumare i confini tra umani e intelligenza artificiale. Tuttavia, restano da verificare l'effettiva utilità e affidabilità di questi strumenti, considerando i noti problemi di "allucinazioni" e fughe di dati sensibili riscontrati finora con i chatbot AI.
Nonostante le criticità, Goldman Sachs sta rafforzando il suo impegno sull'AI. Argenti ha spiegato che il prossimo passo sarà sviluppare un comportamento "agentico", in cui il modello inizierà ad agire come un dipendente Goldman, non solo a parlare come tale. L'obiettivo è che l'AI impari anche a controllare il proprio lavoro, similmente a un impiegato umano.
Secondo un'analisi di Bloomberg, le banche d'investimento globali potrebbero tagliare fino a 200.000 posti di lavoro grazie all'emergere di modelli AI competenti. Saranno particolarmente a rischio i ruoli che implicano "compiti di routine e ripetitivi", come sottolineato dall'analista Tomasz Noetzel.
L'intelligenza artificiale nel settore bancario è un tema che sta rivoluzionando il mondo della finanza: la storia dell'AI in ambito finanziario affonda le sue radici negli anni '50, quando i primi computer furono introdotti nelle banche per automatizzare le operazioni di base.
Negli anni '80, l'avvento dei sistemi esperti segnò un punto di svolta. Questi programmi, basati su regole predefinite, erano in grado di simulare il processo decisionale umano in ambiti specifici come la valutazione del rischio di credito. Fu l'inizio di una nuova era per il settore bancario, che vide l'introduzione di tecnologie sempre più sofisticate.
Una curiosità interessante riguarda il primo chatbot bancario, introdotto nel 2016 dalla Bank of America. Chiamato "Erica", questo assistente virtuale era in grado di rispondere a domande semplici dei clienti e fornire informazioni di base sui conti correnti. Fu un passo importante verso l'integrazione dell'AI nel servizio clienti bancario.
Un'altra applicazione interessante dell'AI nel settore bancario riguarda il trading algoritmico. Già negli anni '90, alcune banche d'investimento iniziarono a sperimentare con algoritmi per automatizzare le decisioni di trading. Oggi, si stima che oltre il 70% delle transazioni sui mercati finanziari globali sia eseguito da sistemi di trading automatizzati basati sull'AI.
Nonostante ciò, l'integrazione dell'AI nel settore bancario non è priva di sfide: una delle principali preoccupazioni riguarda la sicurezza dei dati e la privacy dei clienti. Inoltre, c'è il rischio che l'eccessiva automazione possa portare a una perdita di contatto umano, fondamentale in molti aspetti del servizio bancario.