È una delle nuove tendenze tra i pirati informatici: al posto di creare una singola applicazione contenente il loro malware, preferiscono infettare direttamente i software usati dagli sviluppatori, in modo da infilarlo in tutte le app che verranno realizzate usando il kit di sviluppo. Insomma: massimo risultato con il minimo sforzo e difficoltà raddoppiate per chi cerca di rintracciare l'origine dell'attacco.
È successo proprio in questi giorni e a farne le spese sono stati più di 4 milioni di utenti Android che hanno installato sui loro dispositivi dei videogiochi che contenevano il trojan Android.RemoteCode.127.origin.
Il malware era nascosto in un Software Development Kit (SDK) chiamato Ya Ya Yun e veniva inserito spacciandolo per un sistema che avrebbe dovuto permettere ai giocatori di scambiarsi messaggi in gioco. Dopo la segnalazione di Dr.Web, però, sembra che su Google Play ci siano ancora numerosi videogame che potrebbero essere infetti.
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