Negli Stati Uniti molte aziende che hanno sempre potuto contare sugli ordini di Amazon iniziano a preoccuparsi: molti non sono stati rinnovati. Secondo Business Insider è in atto un'operazione di razionalizzazione degli acquisti volta a favorire il "marketplace". Da ricordare infatti che Amazon in alcuni casi si occupa della vendita diretta, ma sempre di più lascia fare direttamente ai partner. Nel primo caso si accolla ovviamente i costi di acquisto, magazzino e consegna dei "vendor"; nel secondo si fa pagare dai "seller" per gli stessi servizi (se richiesti) e ha una percentuale sulle transazioni. Insomma, i margini di profitto e i rischi di impresa sono notevolmente diversi.
"Se sei fortemente dipendente da Amazon, e molti di questi venditori lo sono, sei in un mare di guai", ha dichiarato Dan Brownsher, CEO di Channel Key, un'azienda di consulenza e-commerce di Las Vegas con oltre 50 clienti che vendono annualmente oltre 100 milioni di dollari di beni su Amazon. "Se continua così, può mettere molte persone fuori mercato".
Amazon ha preferito non esporsi sull'argomento e si è limitata a dire che regolarmente riesamina i contratti e può effettuare dei cambi quando vede migliori opportunità per i clienti finali.
Il caso è esploso questa settimana durante la conferenza dei venditori al dettaglio ShopTalk di Las Vegas, un evento che coinvolge più di 8mila fra imprese e consulenti. Molti partecipanti hanno segnalato che dalla scorsa settimana Amazon ha bloccato il rinnovo di molti ordini senza spiegazioni.
In verità Amazon da diversi anni sta cercando di favorire sempre di più il suo "marketplace": più del 50% dei prodotti venduti nel 2018 provenivano infatti da partner e il fatturato generato dai servizi correlati cresce a una velocità doppia rispetto a quella dello store online. Evercore ISI stima il valore del "marketplace" in 250 miliardi di dollari, più del doppio dello store online.
Il destino di Amazon è forse quello di ridurre sempre di più il suo impegno nelle vendite dirette? Difficile dirlo, certo è che è più remunerativo il marketplace come modello di business. Forse in un'ottica di razionalizzazione estrema dell'offerta avrebbe senso per l'azienda statunitense essere più selettiva. Oggi, lato consumatore, il rischio è di perdersi un po' nel catalogo e privilegiare i prodotti sponsorizzati giusto per non perdere troppo tempo.