Con una mossa strategica volta a espandere ulteriormente il suo dominio nel settore del cloud computing, lo scorso lunedì Amazon Web Services (AWS) ha annunciato l'acquisizione di un complesso di datacenter alimentato a energia nucleare. Questa operazione dal valore di 650 milioni di dollari nasce dall'accordo con Talen Energy, società proprietaria che gestisce impianti di generazione e trasmissione di energia negli Stati Uniti.
Il complesso acquisito, noto come Cumulus, sorge a pochi passi dalla centrale nucleare da 2,5 gigawatt di Susquehanna, nel nord-est della Pennsylvania. Al momento dell'inaugurazione, avvenuta nei primi mesi del 2023, Cumulus vantava una capacità di 48 megawatt, con piani di Talen Energy di espanderla fino a 475 megawatt al completamento. Grazie a questa acquisizione, le dimensioni del facility potrebbero aumentare ulteriormente sotto la gestione di Amazon.
L'accordo prevede che Amazon assuma il controllo del facilty Cumulus e dell'infrastruttura energetica associata, mentre un'altra struttura presente sul sito, la Nautilus Cryptomine, rimarrà di proprietà congiunta tra Talen e un'azienda denominata TeraWulf.
Dal punto di vista finanziario, Talen Energy riceverà 350 milioni di dollari alla chiusura dell'affare e un ulteriore pagamento di 300 milioni di dollari legato al raggiungimento di diversi obiettivi concordati nel corso del 2024. Inoltre, continuerà a fornire ad Amazon accesso diretto all'energia prodotta dalla centrale nucleare, con AWS che prevede di disporre fino a un massimo di 960 megawatt nei prossimi anni, avendo anche l'opzione di limitare il proprio impegno a 480 megawatt.
Questo accordo rappresenta l'ultimo investimento di Amazon nell'energia pulita e rinnovabile per alimentare il crescente numero di datacenter. Il mese scorso, il colosso dell'e-commerce ha firmato un accordo di acquisto di energia con un parco eolico nell'Oregon, e ha esplorato alternative ai tradizionali impianti energetici, come l'uso di celle a combustibile a gas naturale, convertibili in futuro per l'uso con idrogeno.
Il ricorso all'energia nucleare da parte di operatori di datacenter su larga scala non è un'eccezione, ma rappresenta un passo in avanti nell'ambito di un progetto mirato a comprendere le reali potenzialità dei reattori nucleari di piccola taglia (SMR), noti per la loro modularità e costi di costruzione potenzialmente inferiori.