La Commissione per il Commercio Equo e Leale del Giappone ha condotto un'ispezione presso Amazon Japan per sospette pratiche anticoncorrenziali. L'indagine, avvenuta oggi, mira a verificare se l'azienda stia forzando i venditori a ridurre i prezzi in modo irragionevole e se offra un posizionamento migliore nei risultati di ricerca a chi propone tariffe più basse.
Al centro dell'inchiesta sembra esserci il programma Buy Box di Amazon, che evidenzia determinati prodotti agli acquirenti online. Secondo quanto riportato dal Japan Times, oltre a richiedere "prezzi competitivi", i venditori sarebbero obbligati a utilizzare i servizi interni di Amazon per logistica e pagamenti per poter accedere al Buy Box. La Commissione giapponese non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sull'indagine.
Le pratiche di Amazon sono sotto esame anche in altre parti del mondo: negli Stati Uniti, sia la Federal Trade Commission che il procuratore generale di Washington DC hanno sollevato preoccupazioni simili. In Europa, l'azienda potrebbe affrontare un'indagine antitrust il prossimo anno.
Queste inchieste riflettono la crescente attenzione delle autorità di regolamentazione verso le pratiche commerciali dei giganti tecnologici e il loro impatto sulla concorrenza nel mercato digitale.
Nel caso di Amazon, le indagini si concentrano su pratiche come il posizionamento preferenziale nei risultati di ricerca e l'uso del programma Buy Box. Questi elementi sono diventati cruciali nell'e-commerce moderno, dove la visibilità online può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un venditore.
È interessante notare come queste indagini riflettano la crescente complessità del mercato digitale: le autorità di regolamentazione si trovano di fronte a sfide senza precedenti nel cercare di applicare principi antitrust tradizionali a modelli di business innovativi e in rapida evoluzione.