Amazon rimuove la privacy dai dispositivi Echo

La riservatezza dei comandi vocali su Amazon Echo subisce una trasformazione che potrebbe passare quasi inosservata agli occhi degli utenti.

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a cura di Andrea Maiellano

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La riservatezza dei comandi vocali su Amazon Echo subisce una trasformazione che potrebbe passare quasi inosservata agli occhi degli utenti. Dal 28 marzo, diversi modelli di dispositivi Echo perderanno la capacità di elaborare localmente le richieste ad Alexa, costringendo tutti i comandi vocali a transitare attraverso i server cloud dell'azienda.

Questo cambiamento, confermato ufficialmente da un portavoce di Amazon a The Verge, è stato inizialmente segnalato da un utente su Reddit che ha condiviso lo screenshot di una comunicazione ricevuta dalla compagnia. La modifica coinvolge specificamente l'Echo Dot di quarta generazione, l'Echo Show 10 e l'Echo Show 15.

L'addio all'elaborazione locale

Gli utenti che avevano precedentemente attivato l'opzione "Non inviare registrazioni vocali" stanno assistendo a una trasformazione automatica delle loro impostazioni in "Non salvare registrazioni vocali". Questa differenza apparentemente sottile comporta un cambiamento sostanziale nel trattamento dei dati vocali. Da fine marzo, tutte le interazioni vocali vengono necessariamente inviate ed elaborate sui server remoti di Amazon, sebbene l'azienda assicuri che verranno eliminate subito dopo l'elaborazione delle richieste.

Le registrazioni precedentemente salvate sui dispositivi locali saranno anch'esse completamente eliminate durante questa transizione. Il passaggio all'elaborazione esclusivamente cloud rappresenta un significativo cambio di rotta nella politica sulla privacy dell'ecosistema Alexa.

L'intelligenza artificiale generativa dietro la mossa strategica

La decisione di Amazon non arriva in un momento casuale. Solo poche settimane prima, durante un evento di presentazione di febbraio, l'azienda aveva svelato Alexa+, una versione potenziata del suo assistente virtuale che integra funzionalità di intelligenza artificiale generativa.

Nella comunicazione inviata agli utenti, Amazon giustifica la rimozione dell'elaborazione locale affermando: "Mentre continuiamo ad espandere le capacità di Alexa con funzionalità di intelligenza artificiale generativa che dipendono dalla potenza di elaborazione del sicuro cloud Amazon, abbiamo deciso di non supportare più questa funzione". Il rollout iniziale di Alexa+ in accesso anticipato era previsto proprio per marzo 2024.

Questo cambiamento tecnico evidenzia come le ambizioni di Amazon nell'ambito dell'IA generativa abbiano un impatto diretto sulle politiche di privacy dei suoi dispositivi. L'elaborazione cloud risulta infatti indispensabile per supportare le nuove capacità avanzate promesse con Alexa+, ma comporta inevitabilmente la perdita di un'opzione che garantiva maggiore riservatezza agli utenti più attenti alla protezione dei propri dati.

Gli utenti di Echo si trovano quindi di fronte a un fatto compiuto: accettare che le loro interazioni vocali transitino necessariamente attraverso i server Amazon o rinunciare completamente all'utilizzo di Alexa nei dispositivi compatibili. Una decisione che solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela della privacy nell'era dell'intelligenza artificiale avanzata.

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