Secondo i dati di vendita, più di 600 milioni di smartphone Samsung Galaxy sono potenzialmente a rischio di violazione da parte dei cybercriminali a causa di un problema con il sistema di aggiornamento della tastiera SwiftKey IME.
Come sanno tutti i possessori di smartphone Samsung, la tastiera in questione è preinstallata e non può essere rimossa, quindi il problema non è per il momento eliminabile "alla radice" dai terminali. Qui sotto troviamo un video dimostrativo di come funzioni l'exploit.
Per fortuna, sfruttare il bug che dà accesso alle funzionalità del telefono non è semplice. La vulnerabilità, scoperta a dicembre scorso dall'esperto di sicurezza Ryan Welton, sfrutta il fatto che l'app della tastiera chiede periodicamente a un server se sono disponibili aggiornamenti.
Se il server risponde positivamente, scarica il pacchetto di installazione, ma non controlla che quanto arrivi sia effettivamente stato inviato da Samsung o Swiftkey, né viene implementata alcun tipo di crittografia!
A questo punto, è relativamente semplice creare un finto server su di una rete aperta che faccia da esca per l'applicazione e invii un malware al posto dell'aggiornamento atteso dal sistema.
Dal momento che la tastiera ha privilegi elevati, il malware scaricato avrà accesso a quasi tutto quello che riguarda il telefono: dall'agenda al microfono, passando per fotocamera e file memorizzati sul dispositivo.
La versione di SwiftKey che si può scaricare dal Google Play Store e dall'App Store di Apple non soffre di questo problema in quanto sembra esser stata l'implementazione di Samsung a creare la vulnerabilità.
Samsung ha, in realtà, già iniziato a fornire i fix per questo bug ai gestori di telefonia dai primi mesi del 2015. Purtroppo,però, sembra che questi non stiano distribuendo con grande solerzia i file ai loro abbonati.
Abbiamo chiesto lumi a Samsung sulla situazione in Italia e aggiorneremo la notizia appena avremo informazioni a proposito.
Nel frattempo, vale sempre il vecchio consiglio di usare il meno possibile le wi-fi pubbliche, disabilitando gli aggiornamenti in caso non si possa proprio fare a meno di usarne una.