5G, la Germania non metterà al bando Huawei. Nessuna discriminazione TLC

La Germania conferma che Huawei non sarà esclusa dal mercato 5G a patto che assicuri una serie di certificazioni di sicurezza.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La Germania non ha intenzione di mettere al bando le tecnologie 5G di Huawei. Il Ministro dell'Economia Peter Altmaier ieri sera durante un dibattito televisivo su ZDF ha dichiarato  che a prescindere dalle pressioni di Washington l'Unione Europea dovrebbe difendere i propri interessi.

"Non, non vogliamo escludere alcuna azienda", ha dichiarato Altmaier, assicurando che comunque il Governo è in grado di implementare adeguate iniziative per proteggere le reti di nuova generazione. Non a caso mercoledì le autorità tedesche hanno reso nota una lista di richieste minime di sicurezza per chi opera nel settore telecomunicazioni. Fra queste l'obbligo di certificare presso l'agenzia IT nazionale ogni componente di sicurezza. Non solo, ogni elemento della rete 5G può essere acquistato solo da fornitori affidabili conformi "alle norme di sicurezza nazionali e alle disposizioni sulla segretezza delle telecomunicazioni e sulla protezione dei dati".

Il Governo insomma non è intenzionato a mettere veti e discriminare i fornitori. Huawei sarà trattata al pari delle altre aziende di telecomunicazioni. Anche perché, come ha ricordato l'AD di Vodafone durante il Mobile World Congress 2019, l'esclusione di un colosso TLC come Huawei comporterebbe un grave danno alle sviluppo delle reti 5G. Concentrare tutto su Nokia ed Ericsson sarebbe insostenibile sotto il profilo economico e si potrebbe essere costretti a ritardare le implementazioni di due anni.

Il Ministro tedesco ha ribadito che nelle guerre commerciali "non ci sono vincitori" e che l'Europa dovrebbe proseguire sulla sua strada. Da ricordare però che la Germania, più degli altri Paesi comunitari, sta particolarmente soffrendo le azioni dell'Amministrazione Trump. Si pensi ad esempio alla proposta statunitense di imporre un dazio del 25% sulle auto di importazione europea: le prime a soffrirne sarebbero soprattutto BMW e Daimler.

Leggi altri articoli