5G, Huawei e ZTE rischiano di essere messe al bando. Lo dicono fonti della Difesa e della Farnesina - AGGIORNAMENTO

Fonti qualificate della Difesa e della Farnesina hanno confermato a La Stampa che potrebbe scattare il divieto di fornitura di apparecchiature 5G per Huawei e ZTE.

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a cura di Dario D'Elia

ATTENZIONE - AGGIORNAMENTO

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha smentito qualsiasi iniziativa che preveda la messa al bando di Huawei e ZTE. "La sicurezza nazionale è una priorità e nel caso in cui si dovessero riscontrare criticità - al momento non emerse - il MiSE valuterà l’opportunità di adottare le iniziative di competenza", si legge nella nota ufficiale.

Huawei e ZTE rischiano di essere messe al bando anche in Italia sul fronte 5G. Fonti qualificate della Difesa e della Farnesina hanno confermato a La Stampa che "l'Italia metterà al bando" le due aziende. Non si parla ovviamente del mercato consumer e l'intero settore TLC bensì, probabilmente come è avvenuto in altri Paesi, le sole forniture riguardanti le apparecchiature di rete critiche. Quelle per cui Palazzo Chigi sarebbe pronto ad attivare il "golden power" che consente di intervenire su contratti già siglati per salvaguardare le infrastrutture strategiche da ogni tipo di rischio.

"Sono arrivate forti pressioni dagli Stati Uniti", conferma una fonte di Palazzo Chigi, dove si sta occupando della questione proprio il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. "Siamo assolutamente sensibili ai timori espressi da Washington e concordiamo pienamente sulla necessità di uno stop nei confronti di Huawei e ZTE".

La situazione è delicata e certamente nessuna decisione definitiva è stata ancora presa dal Governo. Però non è da escludere un'accelerazione dello scenario poiché anche in sede europea si starebbe valutando l'opportunità di un divieto. È pur vero che con la scadenza di mandato che incombe in primavera i tempi stretti consentirebbero solo una "raccomandazione". Per un eventuale emendamento alla Legge sulla Cybersicurezza bisognerebbe attendere l'estate.

Nel frattempo la GSMA, l'associazione di tutti gli operatori TLC del mondo, ha previsto per fine febbraio un "emergency meeting" per discutere del caso e soprattutto delle conseguenze che avrebbe sul mercato. Da ricordare infatti che Huawei è leader mondiale nel mercato delle reti TLC.

Attualmente gli Stati Uniti, l'Australia, la Nuova Zelanda e altri Paesi hanno fatto scattare il divieto, ma come ha sottolineato recentemente Deutsche Telekom l'esclusione dei fornitori cinesi potrebbe rallentare l'implementazione delle reti 5G poiché non solo si distinguono per qualità delle apparecchiature ma anche per i costi competitivi.

In Italia Huawei e ZTE non sono solo fornitori di riferimento degli operatori leader di mercato ma sono coinvolte nella sperimentazione 5G del MISE a Milano, Bari-Matera e Prato. Inoltre proprio in Abruzzo ZTE ha inaugurato un centro di ricerca per le reti di quinta generazione. Dalla Difesa però fanno sapere che "la sicurezza nazionale è prioritaria".

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