L'era dei rover e dell'MRO

50 anni di esplorazione su Marte con sonde e rover: ecco i passaggi principali, fra successi memorabili e insuccessi colossali.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'era dei rover moderni e dell'MRO

Fotografia di un tramonto su Marte ripreso dal cratere Gusev il 19 maggio 2005
Tramonto su Marte ripreso dal cratere Gusev il 19 maggio 2005 (foto scattata da Spirit)

A seguito di tutte le missioni finora intraprese fu chiaro che per un'esplorazione capillare ed efficace di Marte bisognava usare i rover. Per questo Nel 2003 la NASA inviò sul pianeta rosso una coppia di rover gemelli di cui almeno uno ci è molto familiare: parliamo di Spirit e Opportunity, i cui nomi "veri" erano rispettivamente Mars Exploration Rover A (MER-A) e MER-B. Furono lanciati da Cape Canaveral il 10 giugno e il 7 luglio 2003 (rispettivamente) e avrebbero dovuto affrontare quella che era programmata come una missione esplorativa di 90 giorni del suolo marziano.

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I due rover erano identici ma erano destinati ed esplorare parti differenti della superficie marziana. Spirit ha battuto le polverose distese marziane per 7,7 chilometri circa (4,8 miglia) prima di bloccarsi nelle sabbie del cratere Troy a maggio 2009. Da quella posizione la NASA pensava di poterlo impiegare come laboratorio stazionario, però dopo il rigido inverno marziano ha perso il contatto con il controllo missione, che ha gettato la spugna il 25 maggio 2011, dopo che andarono a vuoto gli insistenti tentativi di contattare il rover.

panorama a 360 gradi del cratere Gusev,  from Spirit
Panorama del cratere Gusev, scattato da Spirit

Opportunity come ben sappiamo invece è ancora attivo e a marzo 2015 aveva percorso la distanza da maratona di 42,16 chilometri.

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Un altro strumento che si sta rivelando d'importanza centrale nell'esplorazione di Marte è il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), lanciato il 12 agosto 2005 e arrivato nell'orbita marziana il 10 marzo 2006. Da allora l'MRO sfrutta le sue fotocamere, gli spettrometri e i radar per analizzare Marte. Anche in questo caso l'obiettivo principale è trovare acqua, sotto qualsiasi forma.

Mars Reconnaissance Orbiter
Mars Reconnaissance Orbiter

Però è un sistema multifunzione e per questo "tiene d'occhio" anche il meteo, scandaglia la superficie alla ricerca di possibili siti in cui far atterrare le missioni future e testa un sistema di telecomunicazioni che potrebbe rivoluzionare lo scambio d'informazioni con la Terra anche di altre sonde marziane.

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Nella finestra di lancio successiva, nel 2007, la NASA ha poi spedito un lander che rientra nel Mars Scout Program, un'iniziativa per la spedizione su Marte di veicoli più piccoli e meno costosi. Il protagonista è stato il Phoenix Mars Lander, decollato il 4 agosto 2007 e atterrato nella regione del polo nord marziano il 25 maggio 2008. La sua missione fu quella di analizzare l'area polare per apprendere maggiori informazioni sulla storia geologica e biologica del polo. Come previsto, quand'è sopravvenuto l'inverno marziano il veicolo alimentato a energia solare ha perso i contatti. Era il 10 novembre 2008. La sua missione tuttavia è stata considerata un successo perché ha inviato sulla Terra informazioni molto preziose.

curiosity
Curiosity

L'ultimo ritrovato di tecnologia che la NASA ha spedito su Marte è un altro conoscente degli appassionati di esplorazione spaziale odierni: il rover Curiosity, il cui nome originario è Mars Science Laboratory (MSL). Si tratta di un veicolo delle dimensioni di una piccola auto (è lungo 3 metri e pesa circa 900 Kg) alimentato con  un generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG). I numerosi strumenti di bordo sono mirati a cercare condizioni ambientali che possano favorire la possibile vita microbica.

Le dimensioni di Curiosity a confronto con quelle dei suoi predecessori, Il Phoenix Mars Lander, il Mars Exploration Rover ed il Sojourner
Le dimensioni di Curiosity a confronto con quelle dei suoi predecessori

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