3 Italia (H3G) sarà costretta a pagare ai concorrenti quella quota di tariffe di terminazione mobile che ha eluso negli anni: circa 40 milioni di euro. Il Consiglio di Stato ha infatti bocciato il ricorso "con il quale si chiedeva che le tariffe di terminazione riconosciute a 3 Italia rimanessero più elevate rispetto a quelle degli altri operatori", come spiega Il Sole 24 Ore.
3 Italia
In pratica la quota che ogni operatore deve pagare a un altro quando una chiamata transita dalla propria rete a quella concorrente ha subito delle variazioni negli anni, da parte dell'AGCOM. 3 Italia è ha cercato di ottenere una tariffazione più vantaggiosa per il periodo 2009/2011, sostenendo di essere sbarcata sul mercato più tardi rispetto ai concorrenti. Insomma con più ricorsi al TAR ha tentato in ogni modo di annullare la delibera del 26 novembre 2008 (numero 667/08/CONS) che prevede la rimodulazione (al ribasso) entro il 31 dicembre 2012.
Il Consiglio di Stato però ha deciso obbligare 3 Italia a saldare il conto, quindi passando da 11 centesimi a chiamata a 9 centesimi dovranno restituire circa 3 centesimi per tutto il traffico passato. La perdita stimata dall'AD Vincenzo Novari è di circa 40 milioni di euro.
"Non siamo contro il loro taglio tout court, ma chiediamo che tra noi e i concorrenti sia riconosciuto un differenziale. Saremmo disposti a scendere a 7 cent se i competitor viaggiassero con delle tariffe di terminazione a 2 centesimi, anche perché non possediamo le frequenze più pregiate a 900Mhz", dichiarava a gennaio l'AD.