I dati
Guardando i semplici numeri, gli attacchi terroristici ebbero un effetto devastante e rivelarono i limiti di Internet nel lontano 2001.
Secondo Keynote System, una società che si occupa di misurare le prestazioni di Internet, i motori di ricerca, i siti governativi e quelli di notizie ebbero un forte impatto. Google non ha mai smesso di funzionare, ma diversi suoi servizi online non erano disponibili a causa di un’affluenza di utenti troppo massiccia. Keynote disse che i siti web del New York Times, ABC News e CNN non sono stati visitabili per un'ora intera dopo lo schianto del primo aereo. Il sovraccarico di traffico rese i siti virtualmente irraggiungibili: anche il 12 Settembre, gli utenti dovevano aspettare 100 secondi per ricevere risposta del sito del New York Times. USAToday.com forniva una disponibilità del 18% e MSNC del 22%. Il tempo medio di risposta dei siti business nella TOP 40 monitorati da Keynote era di 12.9 secondi, contro i tipici 2.5 secondi.
Alcuni siti governativi, tra cui quelli di proprietà dell’FBI e della CIA mostravano una degradazione simile: secondo Keynote, il tempo di risposta per fbi.gov era di 126.9 secondi; quello di cia.gov era di 7.59 secondi.
Gli esperti di Keynote spiegarono che il rallentamento di Internet era il risultato di un incremento del traffico, non della distruzione dell’infrastruttura. Nonostante il vasto danno ai network di telecomunicazione, il traffico dati Internet non ne fu impattato: nel Word Trade Center non erano presenti “punti di condivisione” della rete Internet. "L’impatto prestazionale che abbiamo misurato questa settimana è indicatore di un elevato traffico internet, proveniente in particolare dagli utenti al lavoro che seguivano l’evento online, affliggendo le prestazioni generali. Infatti, il declino immediato e drammatico dei siti di notizie principali assomiglia a un attacco del tipo "Denial of Service", che affligge le prestazioni", affermò Keynote in un comunicato stampa dell'11 Settembre 2001.
CNN.com, uno dei principali siti informativi, fu soggetto a un traffico record. Tra le 9 e 10 del mattino (EST), il sito ebbe più di nove milioni di visitatori, contro una media di 11 milioni di visitatori al giorno. Quel tragico martedì CNN.com registrò 162 milioni di visitatori – e 300 milioni il giorno dopo.
MSNBC.com registrò un incremento del traffico 10 volte superiore. Circa 300.000 persone visitarono il sito immediatamente dopo l’attacco.
Secondo il report di Pew Internet & American Lige Project, rilasciato il 15 Settembre 2001, l’81% degli americani affermò di seguire le vicende alla TV. Circa l’11% degli americani trasse informazioni dalla radio e solo il 3% si affidò a Internet. L’organizzazione affermò inoltre che 30 milioni di americani cercarono di collegarsi ai siti d'informazione; circa il 43% di questi disse di avere molti o alcuni problemi a raggiungere i siti che volevano visitare. Il 42% continuò a caricare lo stesso sito fino a che non riuscì a visualizzarlo, il 38% provò con un altro sito e il 19% si rivolse a un media alternativo.
Con il passare delle ore, i siti web divennero più creativi per far fronte all’afflusso di visitatori. Aggiunsero web server, passarono informazioni a siti fratelli, rimossero effetti grafici che appesantivano le pagine e utilizzarono altri mezzi di informazione come le newsletter, offrendo di nuovo tutte le funzionalità in poche ore: i siti web a questo punto erano in grado di offrire informazioni testuali e multimediali sull’accaduto, contatti per emergenze e database. L’affidabilità di Internet rimase comunque obiettivo di critiche, anche se non mancavano le note positive: il Senior Director di Keynote, Bill Jones, disse che l’attacco terroristico creò il più drammatico calo di prestazioni di Internet, ma che i tempi di recupero furono accettabili.