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a cura di Elena Re Garbagnati

Il fallimento porta al successo. È il titolo di un post di Anna Haislip sul sito NASA datato 21 febbraio 2007, che consiglio a tutti di leggere. Perché davanti a un fallimento è facile sparare a zero e concludere che le persone coinvolte sono degli "incapaci", ma la realtà è che dagli sbagli si impara, e che se la NASA oggi è l'agenzia spaziale di successo che conosciamo è perché in passato ha fatto molti errori.  

Del resto progettare missioni spaziali sposta continuamente più avanti i limiti di quello che si ritiene possibile, e pone problemi a cui nessuno aveva mai dovuto pensare prima. Per questo l'invio di qualcosa nello Spazio è dannatamente difficile, e spesso fallisce. Chi ha sbagliato non è affatto un incapace, ma qualcuno che ha sperimentato qualcosa che non era mai stato fatto prima, e nonostante test e controlli accuratissimi, al primo tentativo ha sbagliato magari un dettaglio che era sfuggito a tutti. A chi ha fatto il progetto, a chi l'ha assemblato, a chi ha steso le procedure di controllo e a chi le ha eseguite. 

Per questo Charles Camarda, vicedirettore per i progetti avanzati per il Centro di sicurezza e ingegneria della NASA nel 2007, affermò: "Se qualcuno dice che qualcosa non può accadere, non credetegli mai".

L'imprevisto è sempre dietro l'angolo, e quando si manifesta in una missione spaziale di solito lo fa in maniera devastante, con fallimenti totali che non lasciano scampo. Ma che non si ripetono più. Vediamone alcuni.


Tom's Consiglia

L'epopea dell'esplorazione spaziale è molto più ampia di quanto si possa pensare. Per scoprire tutto leggete il libro Robot nell'infinito cosmo. L'esplorazione dei sistema solare con l'utilizzo di sonde spaziali automatiche

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