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Carne al fuoco
A livello di contenuti, Homecourt non è proprio un piatto ricco. La modalità principale, che consiste sempre nella creazione di un proprio alter-ego virtuale da lanciare in un contesto underground, è stata semplificata rispetto alle precedenti edizioni, offrendo praticamente a chiunque (esperti e non) la possibilità di potenziare il proprio atleta piuttosto velocemente, fino a trasformarlo in una leggenda del basketball in pochissimo tempo. A supporto di questo mode ci sono sempre le classiche sfide che non ruotano unicamente attorno al punteggio finale: troviamo così le partite con o senza Gamebreaker, quelle incentrate sui punti dei trick o il semplice allenamento.
Di maggior interesse, soprattutto per chi può permettersela, è la modalità online, adornata da una classifica dei migliori giocatori. Detto questo, uno sguardo è di rigore nei confronti dell’editor dei personaggi. Questo NBA Street, infatti, offre la possibilità di plasmare il proprio giocatore miscelando tre star della pallacanestro, scegliendo qua e là le caratteristiche a noi più congeniali. L’idea è carina e qualcosa mi suggerisce che non sarà l’ultima volta che la vedremo…