Il Neo1973 in pratica

I telefonini basati su Linux sono una manna dal cielo per gli appassionati. Sporcatevi un po' le mani e potrete avere tutto quello che desiderate. Basta solo modificare un po' il codice e avere molta pazienza.

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a cura di Tom's Hardware

Il Neo1973 in pratica

Il primo impatto non è dei più gradevoli, visto che il telefono non ha un file system installato. Bisogna scaricare kernel e immagini FS dal sito della comunità OpenMoko. Ce ne sono diversi disponibili, noi abbiamo scelto di usare la versione 2007.2 di August. Differisce dalla precedente, la 2007.2, per il fatto che l'interfaccia è stata modificata per accettare anche i tocchi delle dita, e non solo quelli del pennino.

L'operazione di flashing funziona meglio se fatta da un PC Linux. Abbiamo iniziato con Ubuntu in VMware Workstation 6, su un laptop Santa Rosa con VT (Virtualization Tecnology) abilitato, e siamo riusciti ad installare il kernel, mentre con il file system abbiamo superato i tempi concessi. Abbiamo quindi deciso di rinunciare ai sistemi virtuali, e le cose sono migliorate molto. Lo smartphone usa il micro-kernel uboot per caricare i dati di avvio, quindi potete usare gli strumenti standard di Linux per trasferire le immagini. Trovate le istruzioni complete sul wiki OpenMoko, insieme ai dettagli sulle immagini testate finora. Per avviare il boot loader, basta tenere premuto il tasto "select" e premere il tasto di accensione.

Una volta installato un kernel e un file system, potete cominciare ad aggiungere applicazioni. Consigliamo di usare una connessione Ethernet via USB per il collegamento al PC e alla console remota. La versione di Linux Openmoko usa comandi familiari per scaricare e installare applicazioni e componenti, e per mantenere aggiornato ciò che è già installato. Anche se supporta la connessione USB, ci vuole un po' di impegno per far condividere al PC la connessione IP con il telefono; bisogna, per esempio, configurare il firewall e agire sulla lista IP di Linux. Una volta che la connessione funziona, potete usare una connessione SSH (Secure Shell) tra telefono e PC con il comando ipkg, per scaricare pacchetti e componenti aggiornati. OpenMoko ha una propria lista di ipkg, e anche le varie applicazioni dispongono di fonti, fornite da volontari, che ospitano anche distribuzioni alternative della piattaforma Linux OpenMoko.

Dato che OpenEmbedded esiste oramai da tempo (nacque con il nome di OpenZaurus, strumenti per il primo PDA Linux di Sharp, lo Zaurus appunto). Esiste anche un gran numero di applicazioni che possono essere adattate alla piattaforma OpenMoko. Il software non regge ancora il passo con i suoi equivalenti commerciali, ma gli sviluppatori stanno andando molto in fretta, così come il modello di sviluppo, che, in seno alla comunità, sta facendo passi da gigante. Potete, naturalmente, scrivervi da voi le applicazioni, usando il vostro ambiente di programmazione preferito e lo strumento di compilazione di OpenEmbedded.

Scegliere cosa installare non è difficile, e, visto che il Neo è un dispositivo Linux, tutto quello che vi serve è il pennino è una finestra per regolare tutto quello che volete. La tastiera virtuale è un po' piccola, ma resta facile da usare, mentre con il programma apposito potete addentravi fino al cuore del sistema, ricercare i file di configurazione, o usare l'editor di testo per apportare tutte le modifiche che volete. Ci sembra che la linea di comando sia esattamente quello che cercavamo in un telefono, vale a dire un metodo potente per raggiungere quelle zone che normalmente sono occultate dalla GUI.

Ma non ci sono solo le librerie Openmoko. La popolarità e il prezzo relativamente basso ha portato TrollTech a spostare la sua piattaforma, Qtopia,  sul Neo1973. Quindi potete usare un solo terminale per sviluppare applicazioni per entrambe le piattaforme.

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