Nel corso del World Governments Summit di Dubai, il CEO NVIDIA Jensen Huang si è espresso in merito all’intelligenza artificiale, esprimendo il concetto di “IA sovrana”, secondo cui ogni paese dovrebbe controllare la propria infrastruttura IA, col fine di proteggere la propria sovranità e la propria cultura.
Huang ha sottolineato che è di fondamentale importanza personalizzare i modelli IA per soddisfare le esigenze specifiche di ogni paese; gli Stati dovrebbero codificare la propria cultura e lingua negli LLM, in modo da proteggerli e creare tecnologie che non richiedono programmazione. Durante l’intervento, Huang ha anche affermato che NVIDIA ha democratizzato L’IA, rendendola comune e accessibile a tutti grazie alle GPU NVIDIA.
Inutile dire che se il concetto di “IA sovrana” dovesse prendere piede la domanda per i chip crescerebbe parecchio, ovviamente a vantaggio di NVIDIA, attuale leader del settore che vedrebbe aumentare ulteriormente i propri guadagni. In un certo senso, il discorso di Huang sembra quasi più finalizzato alla vendita, che alla semplice espressione del suo pensiero sulla questione.
Al di là di questo, il concetto di “IA sovrana” solleva interrogativi sulla privacy dei dati, sulla sicurezza e su un possibile abuso dell’intelligenza artificiale. Secondo alcuni, dare a un paese il controllo sulla propria infrastruttura potrebbe portare a un aumento della sorveglianza e della censura, inoltre non mancano preoccupazioni sui possibili pregiudizi presenti negli algoritmi IA in settori come l’assistenza sanitaria e l’applicazione della legge.
L’idea di Huang mette al primo posto la conservazione del patrimonio culturale e linguistico di ogni paese, ma forse non è la mossa giusta; delle leggi mondiali per regolamentare l’intelligenza artificiale potrebbero essere più efficaci nel proteggere la privacy dei singoli individui.