È difficile distinguere tra i vari drive in commercio dato che ormai si assomigliano praticamente tutti, e l'unico elemento distintivo è rimasta l'etichetta. L'Hitachi di questa prova è disponibile sia in versione SATA (HDS725050KLA360) che in versione UltraATA/100 (HDS725050KLAT80). Le interfacce stesse non influenzano molto la velocità di trasferimento, che per la versione UltraATA si assesta sui 63 MB/sec. Più che altro, sono i 16 MB di cache presenti nella versione SATA che portano la velocità di trasferimento a 120 MB/sec.
La cache è il fattore chiave: dopo che Toshiba ha presentato il primo drive da 2.5" dotato di 16 MB di cache, Maxtor ha seguito le sue orme con un altro drive di alto livello, creato per un mercato di nicchia. Per la prima volta, anche Hitachi adotta questa strategia ed equipaggia il DeskStar 7K500 con 16 Mb di cache - però solo la versione SATA! La versione UltraATA rimane ancora affidata a 8 Mb, dato che maggiore quantità di memoria ha senso solo se abbinata al "native command queuing", supportato dal 7K500. Inoltre, l'Hitachi Deskstar supporta il protocollo SATA-II che permette un transfer rate di 3 Gb/sec.
I benchmark di I/O posizionano il 7K500 a metà classifica. Ovviamente, quando per il drive SATA entra in azione il NCQ, le prestazioni migliorano.
La dissipazione del calore è un fattore degno di nota dato che la superficie superiore ha raggiunto la temperatura di 54°C, un valore più alto rispetto i concorrenti che incorporano due o tre piatti. Per il DeskStar 7K500 è consigliato un raffreddamento attivo.