Il Corsair Force Series MP500 da 240 GB viene venduto a circa 150/160 euro, in linea con gli altri SSD NVMe di questo test, almeno al momento. Questa capacità è anche la più piccola offerta da molte aziende e offre un costo per GB di gran lunga migliore rispetto ai modelli da 128 GB. Guardando al mercato nel suo complesso, l'Intel 600p costa meno di 110 euro mentre il MyDigitalSSD PBX, il Corsair MP500 e il Samsung 960 si trovano tutti a circa 150/160 euro; infine, a titolo puramente informativo, ci vogliono 200 euro per il Plextor M8PeG e più di 250 euro per il Samsung 950 Pro mentre oltreoceano il MyDigitalSSD PBX ha un costo nettamente inferiore e si trova a circa 115 dollari, il che lo rende il migliore per rapporto qualità/prezzo.
I nostri test mettono in evidenza le prestazioni di praticamente ogni SSD NVMe moderno da 256 GB. L'Intel 600p è l'unico che in Italia possiamo definire a basso costo perché il Patriot Hellfire M.2 da noi è praticamente irreperibile, il MyDigitalSSD PBX e il Samsung 960 EVO costano entrambi sui 160 euro come il Corsair MP500 mentre il Plextor M8PeG ed il Samsung 950 PRO veleggiano su cifre superiori insieme all'OCZ RVD400.
È bene ricordare che il mercato delle NAND è in un momento di forte caos a causa di una domanda molto elevata a cui non corrisponde una capacità produttiva sufficiente, quindi i prezzi cambiano di continuo. Alcuni venditori hanno accesso diretto a memorie flash grazie ad altre divisione della medesima compagnia, mentre altri devono rivolgersi a produttori come Toshiba, Micron e SanDisk. Pertanto, aziende che non hanno contratti di fornitura blindati si sono ritrovate da diversi mesi con non poche difficoltà di reperimento dei chip di memoria a un prezzo ragionevole. Lo dimostra anche il fatto che il solito calo dei prezzi a cui assistiamo nell'ultimo trimestre dell'anno è evaporato a causa dei problemi di approvvigionamento. In definitiva, i prezzi si sono tendenzialmente alzati e ci aspettiamo ulteriori rincari durante l'anno.
Prestazioni con letture sequenziali
Tutti i prodotti che abbiamo provato sono capaci di restituire le performance dichiarate nelle specifiche. Misuriamo le prestazioni in modo diverso dalle aziende, quindi i nostri risultati differiscono da quanto indicato nelle specifiche.
Il Corsair Force Serie MP500 mostra di avere prestazioni nelle letture sequenziali più alte di quelle degli altri SSD dotati di controller E7 come il Patriot Hellfire e il MyDigitalSSD PBX. Anche il modo in cui cambiano le prestazioni con diverse QD è pressoché identico. In definitiva, il Corsair MP500 è in testa, mentre il Patriot Hellfire M.2 è staccato e a sua volta è tallonato dal MyDigitalSSD PBX.
Con una queue depth di uno, gli SSD basati sul controller E7 sono visibilmente più lenti dell'OCZ RD400 e di entrambi i Samsung che staccano tutti di 1000 MB/s. Quando la queue depth cresce, il distacco si riduce un po' ma rimane evidente.
Prestazioni con scritture sequenziali
Nel nostro test con scritture sequenziali il Corsair MP500 ha mostrato due picchi, ed è piuttosto strano perché non siamo soliti vedere grandi variazioni negli SSD che usano NAND MLC. La stessa differenza, seppure in senso opposto, la mostra anche il Samsung 960 EVO, il che è piuttosto comune per SSD che usano NAND TLC.
Prestazioni con letture casuali
L'MP500 da 240 GB supera 10.000 IOPS con letture casuali a QD1 ed è il primo SSD basato sul controller E7 a raggiungere tale risultato. Questo dimostra altresì che Corsair è intervenuta sul design per migliorare le prestazioni del controller. Le prestazioni dell'MP500 scalano bene all'aumentare della queue depth, ma la NAND MLC planare di Toshiba e il controller E7 non possono nulla contro i prodotti Samsung di pari capacità.
Prestazioni con scritture casuali
Questo è lo scenario in cui iniziamo ad esaminare la RAM dell'MP500, RAM che i controller degli SSD usano per memorizzare la mappatura LBA. Abbiamo visto che la capacità della RAM installata è diversa da quanto pubblicizzato. C'è chiaramente una differenza in termini prestazionali fra i tre SSD che usano il controller PS5007-E7 ma, nel corso della recensione, vedrete che nessuno riesce ad avere un chiaro vantaggio sugli altri. I tre SSD si scambiano le posizioni in base ai diversi carichi di lavoro ma in molti casi le differenze sono entro i margini di errore dei singoli test.
Carico sequenziale misto con l'80% di letture
Con QD2 il Corsair MP500 finisce nel gruppo più lento durante il test con carichi misti sequenziali. Le sue prestazioni aumentano di pari passo con la queue depth. C'è tuttavia un picco a QD64, ma è uno scenario molto lontano dall'uso reale.
Carico casuale misto con l'80% di letture
Con QD basse il Corsair MP500 supera gli altri prodotti basati sullo stesso controller e pareggia le prestazioni dell'OCZ RD400 a QD2 e QD4.
Prestazioni con dati sequenziali partendo da uno stato di equilibrio
Il Corsair MP500 si siede al tavolo dei pezzi da 90, quindi lo consideriamo un SSD da workstation entry-level come il Samsung 960 EVO e l'Intel 750. Nessuno di questi prodotti rientra in questa capacità, mentre il Samsung 950 Pro è stato l'SSD per workstation per antonomasia nel 2016.
Questo test è la classica prova di forza del processore (controller) e del suo firmware perché richiede la gestione del flusso dei dati mentre spostano i bit qua e là per fare spazio ai nuovi dati. L'E7 domina la parte bassa della classifica ma è tutto fuorché adatto per un prodotto premium di classe elevata.
Prestazioni con dati casuali partendo da uno stato di equilibrio
L'MP500 da 240 GB restituisce ottimi valori in termini di IOPS, per quanto tali valori non siano molto stabili. Altri SSD non raggiungono IOPS così elevati ma sono in grado di gestire un maggior afflusso di dati.
PCMark 8: alla prova con software in uno scenario realistico
Molti di questi test prevedono carichi di lavoro leggeri con queue depth basse. Il Corsair Force Serie MP500 da 240 GB si comporta leggermente meglio di altri SSD della stessa capacità. Considerando che anche il costo è simile - fatta eccezione per l'Intel 600p - diciamo che è un 1-1 e palla al centro.
Bandwidth archiviazione
I risultati medi mostrano un gruppo di unità che ha prestazioni simili. I tre SSD con controller E7 e l'OCZ RD400 con controller Toshiba hanno prestazioni praticamente identiche.
Il Samsung 960 EVO domina nella maggior parte dei test sintetici ma, durante le prove con un carico di lavoro realistico, finisce dietro il resto del gruppo. La NAND TLC riesce a superare il limite di 6 Gbps dell'interfaccia SATA III quindi gli altri prodotti della serie EVO hanno come limite quello fisico della NAND. Tuttavia, con l'interfaccia NVMe non c'è più alcun collo di bottiglia e il limite è la capacità della V-NAND TLC che non riesce a tenere testa ai moduli MLC.
PCMark 8: prestazioni con carichi di lavoro avanzati
Quando cercate un SSD di fascia alta dovete veramente capire cosa state acquistando. Il prezzo maggiore che vi viene richiesto dovrebbe tradursi in maggiori velocità di scrittura e prestazioni migliori con carichi di lavoro pesanti e protratti nel tempo. In queste condizioni il Samsung 950 Pro e l'OCZ RD400 ci mostrano quali performance dovrebbe avere un SSD di fascia alta. C'è un calo prestazionale minimo solo nella seconda parte del test quando il carico di lavoro diventa più leggero, mentre aumenta il tempo in cui l'unità è in idle.
Il test di PCMark 8 è un punto di riferimento da diverso tempo per quanto riguarda la misura delle prestazioni degli SSD. Considerando che da noi il prezzo del Corsair MP500 è uguale a quello dei concorrenti, Samsung 960 EVO compreso, possiamo solo constatare che si comporta sempre molto meglio dell'Intel 600p e del 960 EVO. Con bassi carichi di lavoro primeggia anche sugli altri concorrenti diretti mentre non può che sfigurare contro i prodotti di fascia alta.
Tempo complessivo di servizio
La misura del tempo necessario per completare i task mostra che gli SSD basati sul controller E7 sono ben raggruppati durante l'intero test. Con carichi di lavoro pesanti, si comportano leggermente peggio rispetto al 950 Pro e all'RD400, ma si comportano come gli altri prodotti quando i carichi si alleggeriscono con periodi di idle.
Tempo di utilizzo
Questo test non mostra nulla che non abbiamo già visto prima.
Reattività
Il test di reattività è un sottoinsieme di test della suite SYSmark 2014 SE di BAPco. I punteggi sono rilevati usando come riferimento le prestazioni di un desktop Lenovo a basso costo, dotato di un SSD TLC di classe OEM con memorie planari prodotte da Samsung. Alle sue performance corrisponde un punteggio di 1000 punti e, pertanto, un SSD che fa segnare 2000 punti è due volte più reattivo. Il consumo espresso in Wattora misura la quantità di energia assorbita durante il test.
Autonomia notebook
Per il test sulla durata della batteria usiamo un notebook gaming Lenovo Y700-17 e la suite MobileMark 2014.5 di BAPco. Questo notebook ci permette di testare SSD sia in formato 2,5 pollici con interfaccia SATA sia in formato M.2 2280 con interfaccia PCIe. Prima dell'arrivo del Lenovo Y700 non era possibile fare questo test per quanto ora sia piuttosto comune trovare notebook con entrambi gli slot.
Gli SSD che usano il controller Phison E7 non hanno mai avuto prestazioni esaltanti in questa prova. Phison ci ha comunicato che le prestazioni migliorano con altri sistemi. L'azienda dice di usare notebook Acer nei propri laboratori e, seppur non abbiamo potuto confermare tale differenza di comportamento, abbiamo avuto gli stessi risultati usando una workstation mobile Lenovo P70.